Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

"Devota alla Madonna dei Fiori di Bra dopo essere scampata a una sparatoria in Tanzania"

BRA

Foto
Condividi FB

FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Accolgo con piacere Anna Messa, anni 72, originaria del comune di Pocapaglia, in provincia di Cuneo, fervente devota alla Madonna dei Fiori, che desidera rilasciare una testimonianza su un fatto accaduto ben 27 anni fa, proprio l'o8 settembre, giorno in cui ricorre l'evento più atteso dai braidesi: la festa della Patrona della città.

Con Anna non ci frequentiamo molto. Tuttavia, siamo ambedue consapevoli di avere molte cose in comune, anche se all'apparenza non si direbbe siamo più simili che diverse.

Anna racconta e per la coincidenza che accomuna il giorno e l'ora in cui si è svolta la vicenda, si evince sia accaduto qualcosa di veramente fuori dell'ordinario.

Inizia a parlare: “La mia prima volta in Africa fu nel 1984 quando, in Tanzania, iniziavo a seguire la missione dei Padri della Consolata. Vi tornai per la quinta volta, insieme a mio marito, il 4 settembre del 1996, per partecipare a un safari nei parchi più belli nel nord della Tanzania. La domenica dell'8 settembre 1996 viaggiavamo a bordo di una jeep, in compagnia di altre due coppie, di un autista e di una guida italiana. Ci trovavamo a pochi chilometri di distanza dal lodge dove alloggiavamo, quando alle 16,30, fummo sorpresi da assordanti ed inquietanti raffiche di mitra provenienti dalla boscaglia. A pochi metri dall'auto, ci apparvero cinque uomini e una donna che, urlando come selvaggi e con ferocia inaudita, inspiegabilmente, fecero un fuoco incessante su di noi. Ci trovavamo al confine del Ruanda, dove si verificano frequenti assalti ai turisti europei e americani che sono in visita ai parchi di quella zona. Distrussero completamente la jeep con ripetuti colpi di mitra, mirando alle gomme, ai finestrini e alle portiere che per fortuna erano bloccate dall'interno, infatti non riuscirono a farci scendere dall'auto. Comunque, uno di loro, passando attraverso il finestrino, ormai in mille pezzi, riuscì ad infilarsi nell'abitacolo e puntando il mitra su di noi, ci fece segno di consegnargli tutti i nostri effetti personali, oltre ai bagagli che avevano già estratto dal baule. In quel momento mi sfilai la fede e un altro anello e li misi in bocca”.

Come ti è venuta questa idea balzana in una circostanza così drammatica? le chiedo.

“Francamente non me lo so spiegare, in certi casi agisci d'istinto di fronte a situazioni imprevedibili e anche pericolose”.

Anna, con voce ferma e senza enfasi, continua il racconto rievocando il dramma, ricco di dettagli come fosse accaduto ieri. 

Qual era il pensiero più inquietante che ti assillava? le domando.

Gli occhi azzurri, chiari e magnetici di Anna, lampeggiano di terrore nel ricordare e, un po' imbarazzata, risponde: “Avevo il terrore di essere violentata. Mio marito ed io, avvinghiati l'uno all'altro, tra i colpi di mitragliatrice incessanti, ormai eravamo pronti a ricevere la pallottola finale. "Preghiamo la Madonna dei fiori, oggi è l'8 settembre e proprio adesso a Bra si sta avviando la processione. Vedrai che la Madonna ci aiuta" disse mio marito. “Eh, ormai qui siamo alla fine!” esclamò un compagno di viaggio in preda al panico. Noi imperterriti, sorretti dalla fede, continuammo a pregare ad alta voce, perché avvertivamo in noi una forza superiore, che come uno scudo ci stava proteggendo. Malgrado l'atmosfera di terrore che ci circondava, subentrò in noi una calma inspiegabile, come fossimo avvolti da una divina protezione. I banditi che, ormai ci avevano depredati di tutto, si allontanarono per assalire le auto dietro noi".

In che condizioni eravate? chiedo.

“Mio marito era illeso, ma in uno stato di shock preoccupante, mentre io, colpita al braccio e alla gamba da pallottole avvelenate col curaro, sentivo dolori lancinanti e accusavo una emorragia importante; non avevo neanche le forze per lamentarmi, ma non persi mai conoscenza. Il nostro autista era in condizioni molto critiche, aveva riportato ferite piuttosto gravi, mentre una signora americana che era bordo della jeep dopo di noi fu colpita all'addome e perse la vita. La polizia locale accorse in nostro aiuto e, via radio, contattò i flying doctors, i medici volanti, che fanno servizio di ambulanza aerea nella Savana africana. Dalla Tanzania ci trasportarono in Kenya, a Nairobi, nell'ospedale di proprietà dell'Aga Khan, dove il primario, il professor Bancivenga, mi incoraggiò, anche se le mie condizioni di salute erano disperate, e mi fece il primo salvifico intervento a cui, negli anni, ne sono seguiti tanti altri per ristabilirmi”. Ringrazio ancora oggi il professore Bancivenga, il quale mi salvò la vita.

Cosa vuoi comunicare con questa testimonianza?

“E' stato un intervento divino a farmi uscire viva da quella drammatica circostanza che non si è verificata in un giorno qualsiasi, ma proprio nel pomeriggio dell'8 settembre, lo stesso giorno della festa della Madonna dei Fiori. E' stato un chiaro segnale di cambiamento, come una sorta di rinascita, infatti da allora è cambiata completamente la mia visione della vita, ed ho intensificato il mio impegno nel volontariato".

Un breve cenno per spiegare il motivo di tanta devozione alla Madonna dei fiori di Bra: tra l'antico e il nuovo santuario a lei dedicato, in punta ad un lungo viale, sorge lo straordinario giardino di pruni che fiorisce anche in inverno, da quando la Madonna, il 29 dicembre 1336, apparve ad una giovane madre in attesa salvandola da malintenzionati e aiutandola nel parto. Il santuario della Madonna dei fiori a Bra è meta di frequenti pellegrinaggi di fedeli devoti, provenienti da ogni dove, che la supplicano per ottenere una grazia. 

Fiorella Avalle Nemolis

VIDEO