CUNEO
"La storia dei cinema di Cuneo" verrà raccontata domani, giovedì 8 febbraio, alle 15,30 al cinema Monviso per il ciclo delle lezioni Unitre. Comprendere lo sviluppo delle sale cinematografiche per una città è anche percorrere un viaggio per ritrovare il proprio passato. Intorno ad una sala si coagulano interessi culturali, economici, emozioni, confronti. È un luogo di aggregazione sociale, ma anche di trasmissione di cultura. Uno strumento di crescita civile nel tessuto urbano.
È il 1908 quando apre la prima sala cinematografica in città. Il successo è sorretto da un decennio di proiezioni arrivate in piazza Vittorio con i baracconi, o al teatro Toselli, che hanno preparato la nascita dell’esercizio “permanente”, secondo l’espressione allora in uso. È un inizio che vede il cinematografo farsi spazio nell’ambito del tempo libero dei cuneesi, un territorio saldamente presidiato da due teatri, oltre ai consueti concerti delle bande militari. La sala si propone come novità appetibile che fornisce sogni a buon mercato, non disdegna i furori nazionalistici e sollecita emozioni intense.
La sala dialoga con la città. Offre anche spazi per manifestazioni pubbliche, specie nel ventennio fascista. Molto presto poi incontra l’interesse del mondo cattolico. Nel secondo dopoguerra si fa problematicamente evidente il regime monopolistico, caratteristica peraltro da sempre presente in una città piccola come Cuneo. Questo ha sollecitato interventi talora anche polemici sia dell’Amministrazione comunale (Monviso) sia di privati nella forma di cineclub, sia nell’esperienza finora unica nel genere per la nostra città del Festival internazionale dei film sulla Resistenza, sia infine nella forma dell’autogestione giovanile.
Gli ultimi decenni confermano Cuneo e il suo pubblico vivaci e attenti dal punto di vista cinematografico, con la rinascita di alcune sale che validamente si sono poste come alternative alla tipologia della multisala pure presente nel tessuto urbano.