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Dall'alluvione che ha colpito la Granda impariamo con umiltà a non abusare più dell'ambiente

MONTAGNA

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MARIO FRUSI - La scrittrice francese che si nasconde dietro lo pseudonimo di Fred Vargas aveva costruito sui lupi un giallo molto intrigante (di cui non scrivo nulla per non togliere ai suoi potenziali lettori il piacere del finale), ambientato proprio sul versante francese delle Alpi. La notizia che l’alluvione ha permesso la fuga di lupi canadesi dal parco Alpha, poco al di là del confine, s’inserisce fra le pessime.

I lupi dell’Europa continentale sono di relativamente piccola taglia, molto timorosi dell’uomo, al punto che anche l’incontro con un loro branco non sarebbe quasi mai pericoloso: gesticolare e gridare sarebbe sufficiente a metterli in fuga. Ben diversa è la condizione dei lupi americani, di maggiore taglia e aggressività, al punto che imbattersi in una singola di queste belve è un’esperienza che proprio mi vorrei evitare.
 
A titolo di esempio, a suo tempo un’insana politica di ripopolamento aveva fatto trapiantare dei mufloni in aree alpine che non sono mai state di loro iniziale pertinenza: negli anni si è capito che una specie non autoctona deve rimanere dov’è, e i mufloni sono stati riportati nelle regioni originarie (o forse, temo, massacrati). Nel caso dei lupi, però, stiamo parlando di un rischio di danno grave alle greggi, alle mandrie, agli stessi umani. La curiosità consumistica di sbirciare un lupo esotico non dovrebbe più essere alimentata: animali siffatti vanno ammirati nei documentario, per chi se lo può permettere, nei loro luoghi natii, perché la natura non accetta impunemente i travasi prodotti dagli umani.
 
Purtroppo, sempre il tema della micidiale alluvione che ha devastato i nostri territori mi aveva offerto l’occasione per un comunicato stampa che ho perorato presso la Presidenza nazionale di Isde (LEGGI QUIe non è certo con piacere che mi trovo costretto a tornare sullo stesso argomento ambientale per affrontarne un altro aspetto. La nostra specie dominante, Homo sapiens, deve imparare con umiltà che non si può abusare dell’ambiente da lei così prepotentemente occupato.
 
Mario Frusi, referente provinciale di ISDE - Medici per l’Ambiente

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