MONDOVì
Per una volta il social, così chiacchierato in questo periodo di emergenza Coronavirus, ha fatto il suo dovere: unire intenti e persone. "Dato che non è facile reperire le mascherine - spiega Pietro Contegiacomo di Ceva, in provincia di Cuneo, con un passato da cucitore e riparatore di mongolfiere e gonfiabili pubblicitari - ho pensato di ipotizzare una produzione 'cooperativa' tra persone che sapevano destreggiarsi con la macchina da cucire".
Dopo vari contatti, anche con chi si era già messo in moto per iniziative analoghe, l’azione è proseguita. "Ho proposto alla 'cucitrice' - racconta Contegiacomo - di testare il tessuto che avevo ancora a magazzino, un nylon da 120 grammi siliconato e quindi impermeabile. Test riuscito, con prove di lavaggio a varie temperature. E allora via, con l’aiuto della polizia, dei carabinieri e della Protezione civile, che hanno fatto la spola per un 'trasporto certificato', tra Ceva e Bagnasco, spazi dove siamo confinati vicendevolmente".
Dopo aver richiesto il parere sul tessuto alla commissione istituita dalla Regione Piemonte, è arrivata la risposta che certificava che le mascherine prodotte erano di tipo "protezione delle alte vie respiratorie", dunque con le dovute avvertenze a chi le usa il lavoro poteva continuare. "Una bella soddisfazione, davvero", dice Contegiacomo. Infine il Comune di Bagnasco, nella persona del sindaco Beppe Carazzone, si è mosso per reperire l’elastico e il filo necessari per ultimare le mascherine.
I numeri sono già importanti: 1300 mascherine confezionate e consegnate e abbastanza tessuto per produrne altre migliaia. Oggi la forza strutturale della "comunità delle mascherine autoprodotte" sono le donne che stanno piegate sulle macchine da cucire. Unendosi all'opera, queste hanno permesso di creare una rete di comunità in un momento in cui, paradossalmente, siamo tutti segregati in casa. "Bisognerà essere così bravi e forti - conclude Contegiacomo - per continuare a esserlo anche una volta che l'emergenza sarà superata".
Chi volesse aderire all'iniziativa può scrivere all'indirizzo amicidellatanaria@gmail.com.