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Cuneo: "Le case di riposo sono sicure: cambiare il racconto (e trovare le risorse) per farle vivere"

MONTAGNA

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CUNEO CRONACA - Covid, guerra in Ucraina e crisi dell'energia impongono di rivoluzionare le nostre vite. Le residenze per anziani oggi si trovano a dover affrontare nuove criticità che minano la sopravvivenza stessa di alcune di esse. Al caro materie prime, infatti, si aggiungono, tra le altre cose, la difficoltà di reperimento del personale e un’occupazione dei posti letto insufficiente per poter compensare le maggiori spese da sostenere. Tra le cause, l'aumento delle assunzioni da parte delle Asl/Aso e la conseguente migrazione di infermieri alla sanità pubblica, il turnover dovuto ai pensionamenti, il numero chiuso per l'accesso ai corsi universitari infermieristici. Su un altro versante, anche alla luce dei forti aumenti delle utenze di luce e gas e degli altri rincari, è stato richiesto da più parti di rivedere le rette.

Con un intervento del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio nel convegno organizzato da Confindustria Cuneo, è stato sottolineato come le case di riposo, da luoghi fragili a inizio pandemia, oggi siano diventati i luoghi più sicuri. Per fare un esempio, in provincia di Cuneo alla data del 7 marzo i casi Covid erano 39 (0,59% posti letto occupati). Gli ospiti ospedalizzati erano 57 di cui 12 per Covid (0,87% letti occupati). Da marzo 2020 inoltre l'Osservatorio della Regione ha permesso di monitorare la situazione nelle case di riposo e di creare una banca dati utilissima che oggi indica in tempo reale il numero degli ospiti, degli infermieri, dei medici, i dati sui tamponi. Prima di allora non si sapeva di preciso quante Rsa ci fossero nella regione.

Il ruolo dell'informazione è fondamentale. Ora è necessario cambiare il "racconto" che si fa sulle case di riposo e quindi la loro reputazione. Favorire gli ingressi nelle Rsa che - si ripete sempre - sono i luoghi più sicuri. Nell'Asl Cn1 l'occupazione è all'88% (posti letto totali 5014, occupati 4411), ma sarebbe ottimale che si arrivasse ad un'occupazione del 95% o comunque sufficiente alla struttura per sopravvivere. Tra le necessità evidenziate durante il convegno: l'adeguamento delle tariffe per le famiglie; il reperimento del personale sanitario e delle risorse per sostenere le aziende in crisi.

 

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