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Cuneo, le buone pratiche di salute autogestibili da adottare anche nelle case di riposo!

CUNEO

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NOOSOMA CUNEO - La pratica del lavaggio di naso e gola che vi abbiamo suggerito in precedenza (CLICCA QUI) era stata ideata dal direttore sanitario di una casa di riposo, e aveva ottenuto un’importante riduzione dei contagi per influenza; per infettare gli umani, anche il Covid-19 si comporta esattamente come il virus influenzale, stazionando in gola-naso per alcune ore prima di entrare in circolo.

Noi ci siamo limitati a riprenderla e riproporla; ma per onestà intellettuale dobbiamo informarvi che purtroppo il messaggio non ha sollevato interesse a livello istituzionale (amministrazioni regionali, quotidiani nazionali, emittenti, ministero e enti competenti), nonostante l’articolo che la descriveva fosse a suo tempo presente sul portale dell’Assessorato piemontese alla salute. Solo il quotidiano online Cuneocronaca lo ha voluto pubblicare.

In analoga onestà e correttezza scientifica vi invitiamo a continuare la pratica, semplice e a costo zero, che ovviamente non esclude le altre misure cautelative come lavaggio frequente e accurato delle mani, attenzione con fazzoletti e voglia di toccarsi-grattarsi il viso, mascherine (quando siano giudicate utili), lavaggio frequente anche delle superfici di uso abituale; e, soprattutto, limitazione degli spostamenti: ancora per un po’ dobbiamo stare in casa.

Già, casa: però è difficile, per l’insofferenza della reclusione prolungata, per la paura finanziaria che sta colpendo molte famiglie basate sul lavoro indipendente, per l’incognita del dopo-che-verrà (quando verrà). Nell’immediato una piccola ma efficace àncora di salvezza è costituita da esercizio fisico, a qualunque ora, anche seguendo dei programmi che lo suggeriscano, ma in ogni caso con predilezione per l’attività corporea sciolta, libera, che offre un maggiore scarico tensionale.

Occorrerà poi un importante investimento collettivo di energie e forza d’animo per la ricostruzione del sé. Nei cittadini che avranno subito un grave danno economico, nelle famiglie devastate dal lutto, molto spesso in totale solitudine, nel personale socio-sanitario direttamente coinvolto nell’assistenza e a rischio di burnout, nella coesione sociale, nell’adattamento a un modello di convivenza basato su precauzioni un tempo sconosciute (come il non darsi più la mano incontrando un conoscente per strada) che forse dovranno diventare la nuova norma.

Mai come in questo momento occorre pensare a una "visione di salute", che è proprio la scelta di Noosoma da più di vent’anni.

Mario Frusi e Eliana Brizio, Noosoma Cuneo

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