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Cuneo: le "buone pratiche" a teatro fanno riflettere, ma in città come si vuole agire?

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CUNEO CRONACA - Riceviamo: "Venerdi 21 ottobre ho assistito allo spettacolo “Blue Revolution - L'economia ai tempi dell'usa e getta”, inserito nel progetto Urbact, nato come sperimentazione di buone pratiche ambientali messe in atto nella città di Mantova e a cui il Comune di Cuneo ha aderito, progetto che ha come obiettivo alleggerire l’environmental impact prodotto da eventi culturali.

Lo spettacolo, interpretato da un bravissimo Alberto Pagliarino, è riuscito a comunicare in maniera molto efficace il rapporto drammatico e squilibrato che abbiamo con l’ambiente e mi ha affascinata coinvolgendomi in prima persona.

Mi sono chiesta come personalmente potrei agire per contribuire a ristabilire l’alleanza con l’ambiente naturale che mi circonda e devo dire che mi sono sentita un po’ in colpa, un po’ responsabile ed anche tanto inadeguata.

Anche se l’assessora alla Cultura del nostro Comune ha sottolineato che ciascuno di noi può attivarsi per alleggerire l’impronta ecologica, il contenuto dello spettacolo ha suscitato in me una sensazione di urgenza e gravità difficilmente rimediabili con un impegno singolo, se non cresce nelle persone e nelle istituzioni la necessità di un cambiamento del rapporto con la natura a livello nazionale ed internazionale.

Dopo lo spettacolo, ho ripensato alle parole dell’Assessora che descriveva la nostra città come impegnata profondamente ed assolutamente nel ristabilire un rapporto di rispetto con l’ambiente e devo dire che ho provato un certo disagio.

Mi sono chiesta in quale modo potevano mai essere coerenti con questo celebrato impegno, la rinnovata intenzione di procedere all’abbattimento dei maestosi cedri di piazza Europa per costruire parcheggi sotterranei, le minacce all’integrità del boschetto della Caserma Montezemolo, la rinuncia a perseguire una migliore organizzazione del trasporto pubblico per incentivarne l’utilizzo, l’anacronistica mentalità di continuare a dare sempre più spazio nella città alle auto, togliendolo alle persone.

Mi sono chiesta se anche l’Assessora alla cultura non si sentisse, come me, un po’ in colpa, un po’ responsabile, perché le azioni che appoggia come amministratrice pubblica contribuiscono di fatto a logorare un equilibrio naturale già compromesso.

Lo spettacolo a cui ho assistito mirava a sensibilizzare l’attenzione ai problemi ambientali non solo del singolo cittadino, ma anche di chi amministra la città. Se questo non avviene, se chi amministra ha uno sguardo divergente, se dice di voler lavorare per l’ambiente e poi opera anche in senso contrario, allora non fa altro che un’azione di “green washing” a buon mercato.

Io, singola cittadina, mi sento frustrata e inadeguata nel desiderio di agire per riportare in equilibrio il nostro rapporto con la natura.  Insomma io esco dallo spettacolo responsabilizzata, ma chi mi governa come può non sentirsi chiamato in causa e credersi a posto solo per aver aderito in maniera esclusivamente formale al progetto Urbact?".

Josetta Saffirio, cittadina di Cuneo

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