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CUNEO/ "La Provincia dovrebbe tornare ad avere un ruolo centrale e rappresentativo"

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CUNEO CRONACA - "Si terranno a breve le elezioni provinciali, diventate dopo la riforma Delrio del 2014 tra le meno sentite e note al cittadino medio, visto che l’elezione dei consiglieri e del presidente della Provincia non avviene più, come è stato fino al 2009, tramite il voto dei cittadini. Eppure, la Provincia ha ancora competenze cruciali, come, ad esempio, la manutenzione delle strade provinciali, decine e decine nella nostra realtà cuneese, o gli edifici delle scuole superiori o i piani di caccia e pesca. 

A oramai otto anni dalla riforma delle Province, denominate con grande fretta enti inutili e degni di soppressione, non si può dire che questa legge, la numero 56 del 2014, abbia funzionato e prodotto effetti positivi per i territori, poiché le Province si sono trovate con troppe poche risorse per sostenere le competenze affidategli dalla legge e senza una legittimazione del voto popolare che ha allontanato i cittadini da questo ente.

Per queste ragioni, nell’ambito dei programmi di riforme istituzionali che nemmeno un governo di "larghe intese" come quello attuale sembra provare a realizzare, servirebbe rivedere con attenzione il ruolo di questo ente, a metà tra Comune e Regione. Da un lato, infatti, si hanno i Comuni che, in realtà piccole come quelle cuneesi, hanno mezzi limitati di azione, e dall’altra la Regione, ente molto ampio che a volte può risultare distante dalle province più lontane dal capoluogo Torino.

In questo senso, le Province potrebbero andare a colmare alcuni ambiti di area vasta tipici delle Regioni ma mantenendo un legame territoriale con i singoli Comuni che un ente molto complesso come la Regione può avere difficoltà a sostenere, provando idealmente a dare un seguito a quello che è il piano nazionale di ripresa e resilienza, che alle Province ha assegnato un vago ruolo di aiuto coordinatrici alle regioni nella gestione dei fondi comunitari. 

Gli sprechi della pubblica amministrazione sono uno dei talloni di achille cronici in Italia, ma non necessariamente tutte le colpe vanno addossate alle Province quanto piuttosto sarebbe necessaria una vera azione di delegificazione e semplificazione amministrativa che ancora oggi appare lontana dall’essere veramente compiuta.

Per una provincia come quella di Cuneo, lontana dal centralismo romano e spesso troppo isolata per poter pesare i suoi voti nelle stanze parlamentari, tornare ad avere un ruolo per la Provincia istituzionale forte e adeguatamente rappresentativo della volontà dei cittadini, potrebbe essere un beneficio, non un danno".

Lorenzo Pallavicini, Cuneo

 

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