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CUNEO/ Il ruolo della donna nel cinema polacco lunedì nella conferenza Unitre

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CUNEO CRONACA - Proseguono come da programma le conferenze dell’Università della Terza Età di Cuneo.

Lunedì 7 marzo alle 15,30 presso il Cinema Monviso Roberto Martelli tratterà l’argomento "Le donne nel cinema polacco". Il ruolo della donna nel cinema polacco viene analizzato attraverso 50 anni di specifico femminile fra il 1970 e il 2020.

Il cambiamento dell’universo femminile, attraverso ruoli delle attrici, direttrici della fotografia e registe, va di pari passo con la trasformazione della donna nell’ambito della società polacca, esempio, per sineddoche, della metamorfosi della stessa nel mondo oltre cortina.

Roberto Martelli. Nato a Cuneo nel 1969, dopo la maturità classica, si è laureato con lode nel 1994 in Lingua e Letteratura polacca all’Università di Torino. Ha studiato e continua a studiare il polacco, il francese, l’ungherese e il russo, senza disdegnare la filologia slava e quella ugro-finnica. Nel 2012 ha pubblicato, insieme a Cesana e Krzykawska, ”I polacchi a Cuneo nel 1862 - un episodio del Risorgimento italiano”. Nel 2018, ha pubblicato “I prigionieri di guerra in provincia di Cuneo 1915-1919”. Lavora presso la Biblioteca Civica di Cuneo, come responsabile della sala consultazione, dove è anche fra i curatori dell’annuario “Rendiconti”. Sposato con Serena, ha due bellissime bambine, Valentina e Francesca.

Giovedì 10 marzo alle 15,30 sempre al Cinema Monviso il tema trattato da Stefania dell'Anese sarà "Erbe spontanee in cucina: fitoalimurgia". La fitoalimurgia si occupa dell’alimentazione tramite le piante spontanee ed indica la possibilità di potersi alimentare raccogliendo ciò che la natura ci offre spontaneamente, come d’altronde già praticato nelle antichissime società di caccia e raccolta.

Il termine fitoalimurgia indica, nel suo intento iniziale, il ricorso alle piante spontanee quale nutrimento durante i periodi di carestia. Tale conoscenza è stata recuperata durante la prima guerra mondiale, per insegnare a reperire del cibo che la natura offriva, per l’appunto le piante spontanee. Al giorno d’oggi è ovviamente anacronistico ricorrere al recupero delle piante autoctone per motivi di sopravvivenza, resta però la necessità di rintracciare vegetali sani con profili terapeutici preventivi. La raccolta delle piante spontanee si sposta, così, verso il bisogno del mantenimento della salute. Con la loro raccolta si elimina il rischio della presenza di sostanze venefiche causate dai prodotti utilizzati in agricoltura intensiva; ovviamente resta il problema dell’inquinamento che in generale incombe su tutto il pianeta; sarà cura del raccoglitore utilizzare solo piante presenti in ambienti con il minor tasso di inquinamento, quindi sicuramente molto distanti dai centri urbani.

Stefania dell'Anese. Dopo gli studi classici, si è laureata in Scienze Naturali e in Tecniche Erboristiche. Da sempre innamorata del mondo delle piante, dedica il suo tempo libero allo studio e alla divulgazione dell’erboristeria. È docente di matematica e scienze in una scuola secondaria di I grado e docente di botanica ed erboristeria in una scuola di Naturopatia. Organizza serate divulgative sulla salute naturale e corsi di erboristeria teorica e pratica (riconoscimento piante, laboratorio cosmetico e preparazioni galeniche). La sua missione è trasmettere con passione ed entusiasmo la “sapienza” ancestrale delle piante selvatiche.

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