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CUNEO CRONACA - Il Giorno del Ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata. Istituita nel 2004, vuole "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale".
Molti ragazzi, soprattutto delle classi 5° dell’Istituto Bonelli di Cuneo, studiano questo momento storico, ed è giusto che venga loro ricordato l’eccidio dei tanti innocenti italiani: uomini, donne, bambini, che vennero ingiustamente buttati giù nelle cavità carsiche senza nemmeno conoscerne il perché.
Meglio andò a coloro che furono obbligati ad andarsene, a lasciare tutto: case, terreni, proprietà, amicizie... il cuore nel cassetto, la valigia in mano, le lacrime negli occhi sbarrati. Molti italiani salirono sui battelli appositamente allestiti per il loro esodo e arrivarono in Italia, nei campi profughi, in cui restarono, ahimè, per anni, perché non fu facile per il governo italiano trovare loro un lavoro e una sistemazione.
A loro e alle persone soppresse e infoibate dall'8 settembre 1943, data dell'annuncio dell'entrata in vigore dell'armistizio di Cassibile, e a quelli infoibati negli anni successivi, va il ricordobO degli alunni del Bonelli. È vero che il 10 febbraio 1947 venne firmato il Trattato di pace di Parigi, che assegnava alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia, ma fino al Trattato di Osimo molte questioni restarono aperte.
Purtroppo, oggi si parla meno degli infoibati italiani e degli IMI, che sono morti per la patria e perché oggi i nostri ragazzi abbiano un mondo migliore. Finalmente, però, si è cominciato a ricordare... Peccato che il numero esatto dei morti nelle cavità carsiche non sia conoscibile, perché esistono ancora resistenze da parte dei governi stranieri a effettuare le esplorazioni speleologiche nei siti individuati come possibili luoghi di infoibamento.
Il loro sacrificio non è stato vano e, soprattutto, ora i giovani conoscono quel "pezzo di storia patria" che fino a qualche anno fa nemmeno era citato nei manuali scolastici.