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CUNEO/ Cibo e cinema e il fascino della scrittura geroglifica nelle lezioni dell'Unitre

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CUNEO CRONACA - L’Università della Terza Età di Cuneo propone agli associati, lunedì 30 gennaio, alle 15,30, al Cinema Monviso, l’invito ad un viaggio fantastico dal reale al sogno, dal documento all’arte con la conferenza del professor Roberto Dutto “Il cibo e il cinema: un invito a pranzo”.

Un viaggio intorno al tavolo, accompagnati dai sapori deliziosi dei cibi, che bisogna immaginare perché il cinema è arte della fantasia, dell’immaginazione, perché il cinema si gusta senza mezze misure, si assapora nel lasciarsi avvolgere, nel lasciarsi guidare sui sentieri dell’illusione. Perciò un viaggio che andrà perdendo la sua dimensione realistica, la sua struttura di documento per abbandonarsi al fascino dei piatti, alla fragranza del cibo, alla sensibilità dei palati.

Cibo e cinema è un connubio che va al di là del legame puramente narrativo. Come per un piatto, così per il cinema non è solo questione di “contenuto”, ma anche, e soprattutto, di forma, cioè del modo di presentare il “piatto”, l’immagine. La forma suscita reazioni, emozioni, appetiti. Lavora a livello inconscio, fa apprezzare/disprezzare prima ancora dell’assaggio, prima ancora di percepire il contenuto (materiale per un piatto, narrativo per un film). Cinema è arte dell’immagine, cioè modalità di presentazione che combina elementi sonori e visivi per suscitare interesse e costruire quel legame empatico senza del quale un film stenta a piacere. Analogamente lo chef fonde sapori e fragranze, ma ne cura anche la presentazione sul tavolo. Cinema e cibo giocano le loro carte migliori sull’ambiente in cui vengono fruiti. Il piatto consumato in compagnia è di gran lunga più saporito dello stesso consumato da soli. La convivialità è ingrediente essenziale a livello narrativo, ma anche esperienziale. Il film fruito in una sala con molto pubblico è vissuto più intensamente che non nella solitudine della casa attraverso il video o in una sala con una manciata di spettatori.

Giovedì 2 febbraio, sempre al cinema Monviso, alle 15,30, Livio Secco, grande appassionato di egittologia, tratterà l’argomento “Nel nome di IMHOTEP, lo straordinario fascino della scrittura geroglifica”. Risale al 24 agosto 394 d.C. a File, sotto Diocleziano, l’ultima epigrafe geroglifica documentata sebbene sia stato Giustiniano che, nel 537 d.C. chiudendo il tempio di Iside ed assegnandolo ai cristiani per farne una chiesa, fece tacere per quattordici secoli l’Egitto.

In ogni caso già alla fine del IV secolo nessuno sapeva ormai scrivere e leggere il geroglifico. Si diffuse già allora l’opinione, sostenuta da Plotino un secolo prima, che essi fossero simboli esoterici con i quali gli Egizi avevano consegnato ai posteri una sublime sapienza segreta per metterla al riparo da ogni profanazione. La lezione si divide in tre parti: la prima riepiloga la fase storica che portò alla decifrazione. La seconda parte evidenzia la meccanica del geroglifico. La terza parte illustra la scrittura con degli esempi.

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