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Quel Vecchio Camino che a Manta porta a tavola i turisti delle valli alpine

SALUZZO

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MARIO CONTE - Situato in un vecchio immobile, l'osteria vineria Vecchio Camino di Manta (Cuneo) ha un'impostazione assai particolare, sia negli arredi, sia nella linea guida della cucina assai legata all'espressione occitana. Madre e figlia gestiscono il locale puntando su un aspetto che tende al familiare, l'impressione è di assidue frequentatrici delle valli alpine, dure e pure, viaggiano in Defender, nessuna concessione alle mollezze, alle spesso futili raffinatezze della cucina contemporanea.

L'ambiente è rustico, molto rustico, tutto colori, legni, bottiglie, così come il menù stilato a mano in modo scarno e casalingo, così come naif sono le impiattature, ruspanti, senza pretese di raffinata eleganza, con assemblaggi a volte arditi, coloratissimi come le stoviglie stesse. Vi è una cospicua apertura al vegetariano sconfinante nel vegano. Le varie cucine comunque coesistono in reciproco rispetto. Fortunatamente niente fondamentalismi e missionarismi colpevolizzanti che sarebbero davvero insopportabili.

Le posate sono disposte alla francese, in tavola olio toscano, sale bretone da macinare, ma anche purtroppo quell'aceto cosiddetto “balsamico” (nulla a che fare con il “balsamico tradizionale”) ed ormai abusato, meglio un aceto più consono a questa cucina, di mele o di miele, ad esempio. Assai gradito il cambio di posate ad ogni portata, dimostrazione della cura verso il cliente, ma anche dei tovagliati.

Ma passiamo alla cucina, che al Vecchio Mulino è finalmente diversa e divertente. Tra gli antipasti è allettante il piatto iberico composto da focaccia con pomodorini, jamon iberico e lardo di patanegra. Il carpaccio di manzo marinato alle erbette è gradevolissimo, c'è poi un appagante flan di asparagi con uovo in camicia e acciughe ed una serie di antipasti, evidenziati dal fiorellino, che sono vegetariani.

I primi sfoggiano le tagliatelle solo tuorli al tonno di coniglio e verdure dell'orto, piatto sorprendente, variegato, divertente, ma anche gli gnocchi di patate e cacao alla toma, davvero coinvolgenti e il risotto agli spinaci di montagna e crescenza con la spiritosa ed attraente contaminazione dei pistacchi. Mi dicono un gran bene, e non stento a crederlo, del primo piatto vegetariano, tagliatelle di zucchini alla crema di avocado, pomodorini, olive, capperi.

I secondi propongono un cosciotto d'anatra al forno di robusta e mascolina consistenza, una battuta di vitello con uovo bio delle Galline Felici, ma anche un sottofiletto di puledro grigliato con erbe e bacche che farà inorridire vegetariani e vegani ai quali spetta la polpetta di barbabietole e patate al mix di semi o il rotolo di farro all'hummus (con due emme, quello con una sola è il terreno organico) di borlotti, melanzane e pomodorini.

Anche i dolci sono esclusivi, vivacissimi, apprezzabili. La carta dei vini è interessante e particolare. Il costo si aggira sui trentacinque euro e si può prenotare allo 017587855 ricordando che il Vecchio Camino riposa la domenica sera e tutto il lunedì.

E' bene tener presente che anche gli amici a quattro zampe sono i benvenuti e che d'estate si può pranzare e cenare nel bel giardino privato.

Mario Conte, gheusologo

 

 

 

 

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