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Covid, sul futuro delle nascite pesa la crisi: con i miliardi europei occorrerà ricostruire l'economia

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Non siamo più una nazione di 60 milioni di abitanti. Abbiamo iniziato una discesa che - in previsione - ci porterà nel 2050 a 40 milioni, un terzo in meno. Gli stranieri residenti, alla data del 1 gennaio 2020 erano 5.306.548. Sono aumentati nel corso dell’anno di 50 mila unità. Tale incremento però non è sufficiente a compensare la diminuzione delle nascite. Secondo l’Onu, la popolazione mondiale è attualmente di 7 miliardi e 880 milioni. Nel solo giorno del 28 novembre scorso sono nati 336.000 bambini. Nel 2050 sarà di 11 miliardi. Un bambino ogni 13 nati sarà nigeriano e l’Africa conterà 2,5 miliardi di abitanti.

La Cina ad oggi ha 1.441.629.283 abitanti. Nel 2050 la popolazione diminuirà a 1.348.056.330, secondo le stime di organismi internazionali. Ciò sarà dovuto alla bassa natività perseguita, anche coattivamente, con determinazione dal governo ed al basso indice di fertilità, dovuto a molteplici cause. L’India di oggi ha 1.367.000.000 abitanti, con una previsione di aumento, che la porterà a superare di molto la Cina, peraltro in controtendenza. Non si può prevedere con certezza a quanto potrà ammontare il numero dei residenti in India in futuro. Se saranno attuate politiche di contenimento delle nascite, come da decenni è avvenuto in Cina, il risultato potrà essere di riduzione. Diversamente, il trend è in ascesa.

Nel mondo si contano 847 milioni di denutriti, prevalentemente in Africa, mentre gli obesi, in gran parte negli Stati Uniti, ammontano a 770 milioni. Se fosse possibile compensare le due fattispecie con una operazione di travaso di alimenti dai secondi ai primi, si risolverebbero due problemi gravissimi. Non solo sotto il profilo nutrizionale, etico e pratico, ma, più terra terra, avrebbero la pancia meno piena gli obesi e soddisfatta i denutriti. Come sempre non si è stati capaci a risolvere né l’uno né l’altro problema. L’Onu ha affrontato la lotta alla denutrizione in modo insufficiente e senza supporto delle principali nazioni. Siamo di fronte ad un mondo scoordinato, con l’impiego di enormi ricchezze destinate alle armi, acquistate prevalentemente dai paesi più poveri. Anziché rifornirsi di grano e derrate alimentari, preferiscono armarsi ed affrontare guerre locali, quasi dimenticate dalla collettività internazionale. I loro fornitori li assecondano, indebitandoli ed accettando in pagamento prodotti agricoli, minerali, manodopera. Arrivano spesso ad esercitare il controllo politico dei paesi. Così procede la Russia in Madagascar, altri paesi africani e nell’America Latina.

Da noi, con la previsione della diminuzione di un terzo degli abitanti entro il 2050, vi saranno problemi notevoli per l’aumento degli anziani e la diminuzione dei nuovi nati. Tutto ciò non è da scriversi alla pandemia, ma al trend già evidenziato da anni ed ora diventato realtà. Quelle che venivano denominate belle famiglie dai parroci di campagna fino al secondo dopoguerra erano composte di una decina di figli, dei quali spesso solo la metà restava in vita. La natalità era frutto non tanto della puntuale osservanza delle raccomandazioni ecclesiastiche, quanto dalla mancanza di contraccettivi e di possibilità di aborto legale.

La mortalità infantile elevata, la non eccessiva cura per i nati nel primo anno di vita, i fabbricati fatiscenti, soprattutto nelle campagne, provvedevano a limitare - purtroppo - l’eccesso di natalità. I rimasti in vita venivano spesso parcheggiati - in ragione di almeno un figlio ed una figlia - in seminari e conventi, con la previsione, spesso non troppo volontaria, di vita confessionale e costanti preghiere destinate anche alle famiglie. Pur non esistendo - come invece in Alto Adige - l’istituzione del maso chiuso, cioè l’indivisibilità dell’azienda agricola, di fatto il primogenito riceveva in eredità l’azienda ed i terreni. Le figlie, se non finivano in convento, ma si sposavano, ricevevano una dote, che fungeva da anticipazione della quota ereditaria. I maschi, dal secondogenito in poi, se non indossavano l’abito talare, lavoravano nell’azienda alla maniera biblica, oppure se ne andavano di casa per svolgere attività operaie o artigianali, oppure emigravano. L’agricoltura dava mantenimento alla metà della popolazione. Ora a meno del 5%, pur con maggiore produzione grazie a macchinari, concimi, antiparassitari, organizzazione, capacità di vendita diretta, o di esportazione, come avviene per il vino, la frutta, l’olio di oliva, il bestiame, i formaggi, gli insaccati.

La diminuzione dei nati - si arriverà a meno di uno per famiglia - ha molte cause, come il lavoro femminile, la minore fertilità, l’affermarsi della genitorialità cosciente e responsabile, gli anticoncezionali, compresa la pillola del giorno dopo, la prevenzione, l’aborto. Ci si rende conto che l’insegnamento della Sacra Bibbia - Genesi,9 - “Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra” aveva senso al tempo di Noè, quando il globo era semideserto. Oggi, con il lavoro che scarseggia e sarà sempre più difficile da ottenere, la situazione è totalmente diversa.

Un figlio richiede cure da quando è concepito, fino a quando diverrà autonomo e quindi in grado di badare a sé ed alla sua eventuale famiglia. Le risorse dei genitori sono sempre più ridotte dalla crisi risalente al 2008 e non si vede un miglioramento. Anzi, abbiamo già speso 100 miliardi per dare un ristoro alle vittime del Covid e ne andremo a spendere altri 209, se arriveranno dall’Europa. Finora sono stati usati per i danneggiati, non per creare posti di lavoro, infrastrutture, finanziare la ricerca, nuove tecnologie, digitale, tutela dell’ambiente. Le spese sono state effettuate per il nostro bisogno attuale. Le dovranno restituire i giovani, che si ritroveranno gravati da un debito pubblico di 2900 miliardi a fine pandemia, tenuto conto dei 2600 miliardi accumulati in precedenza.

Non stupisce che le famiglie mettano al mondo un solo figlio, affinché possa essere educato ed istruito adeguatamente, come l’affezione genitoriale e la collocazione nel contesto sociale richiedono. Chi avrà maggiori possibilità potrà mettere al mondo quanti figli riterrà di essere in grado di mantenere. A tutti dovrà essere garantita una dignitosa infanzia, una istruzione adeguata. Ciò significa che fino a 25 anni, per conseguire una laurea magistrale, ci sarà un carico rilevante per i genitori. Sempre più spesso neppure la laurea offre garanzia di lavoro. Forse è meglio accontentarsi di un diploma immediatamente utilizzabile.

Confrontando la pandemia in atto con altre analoghe precedenti, la peste del 1346-53 nella Firenze del Boccaccio - Dante era morto esule nel 1321 - ha ucciso 4/5 degli abitanti. Firenze era la principale città italiana, con banchieri che finanziavano le monarchie di tutta Europa e commerci con il mondo di allora. Unitamente a Parigi era la più importante città di allora. Milano venne colpita con 15.000 morti su 100.000 abitanti. L’Europa contava allora 20 milioni di abitanti. La spagnola del 1918 provocò in Italia 400.000 morti. Travolse una nazione stremata dalla Grande Guerra ormai alla fine. Era senza risorse, priva di una sanità adeguata ed obbligata a chiamare alle armi i ragazzi del ’99, poiché l’integrità territoriale della patria era in pericolo.

Se osserveremo le disposizioni impartite per le festività natalizie e di fine anno, evitando il riacutizzarsi del virus, come è avvenuto dopo un’estate imprudente, con l’aiuto dei vaccini ritroveremo la normalità. Come dopo ogni tragedia, guerra, pandemia, terremoto, inondazione, la ricostruzione porta ad una ripresa dell’economia. Se i 209 miliardi non saranno un helicopter money, ma una ristrutturazione economica, avremo una nuova prosperità.

Piercarlo Barale

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