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Costruire sostenibile nelle Alpi: tra i progetti case, fienili e un'intera borgata a Castelmagno

MONTAGNA

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Dieci architetture "testimonial", che in tutto o in parte hanno già saputo integrare nel proprio sviluppo le caratteristiche essenziali per un edificio sostenibile in territorio montano, pedemontano o rurale, cioè un immobile capace di rispondere alle necessità del cambiamento climatico in atto così come alle sollecitazioni del contesto socio-economico contemporaneo. A partire da qui, uno studio approfondito per selezionare una serie di "indicatori" fondamentali per la qualità dell’architettura delle Alpi del Sud.

Parte da queste azioni il progetto di ricerca europeo Interreg-Alcotra Habit.A, presentato per la prima volta al pubblico nel corso di un incontro pubblico che si è svolto a Cuneo, in Provincia. L’iniziativa di studio, che vede l’Ordine degli Architetti P.P. e C. della provincia di Cuneo capofila di un partenariato italo-francese, si concluderà nel 2020 e punta sulla capacità di scommettere su un nuovo approccio di "responsabilità" verso il patrimonio costruito e da costruire, dove il concetto di sostenibilità non è solo più legato al puro risparmio in termini di energia, ma guarda a tutte le caratteristiche di una struttura, compresa la sua capacità di interagire e creare ricadute nel contesto in cui è inserito.

Il pubblico a cui si rivolge Habit.A è ampio e coinvolge sia i progettisti (architetti, ingegneri e tecnici) che le istituzioni e il personale delle amministrazioni pubbliche, così come la popolazione più in generale, con una particolare attenzione ai giovani e al mondo della scuola. Fra le principali azioni portate avanti, spicca un lavoro di mappatura di 80 casi di realizzazioni contemporanee (fra residenziali, pubbliche e produttive) fra cui sono state individuati dieci casi "di esempio" per il territorio. La giuria, che si è riunita presso la sede dell’Ordine degli Architetti P.P. e C. della Provincia di Cuneo, ha lavorato in modo accurato per arrivare alla selezione dei progetti testimonial. Le circa 80 proposte di partenza (che saranno oggetto di una specifica mappatura) sono state individuate nei mesi scorsi in parte mediante una ricerca bibliografica e sul campo, redatta da un doppio gruppo di ricerca italiano e francese, e in parte raccolte con una chiamata diretta ai professionisti cuneesi, invitati a partecipare al bando “Architetture responsabili” del 21 dicembre 2018.

Al termine di un vivace dibattito sono stati selezionati i progetti che saranno al centro della lente di ingrandimento di Habit.A: la ristrutturazione e riuso di un antico fienile in Valle Stura, che ha consentito il recupero delle mura in pietra preesistenti; un intervento all’interno del centro storico di Forcalquier, selezionato per il modo con cui si rapporta con il contesto circostante; una contemporanea abitazione privata a Cigliè di nuova costruzione, che sperimenta tecnologie e uso del mattone; il complesso residenziale di Romette Gap, che ha dietro le spalle un’attenta riflessione sulla sostenibilità, a partire dall’ubicazione rispetto ai servizi fino alle disposizione degli spazi e alla condivisione degli ambienti fra le famiglie che abitano l’immobile.

E ancora: il recupero della Borgata Valliera a Castelmagno, completamente abbandonata e a poco a poco ristrutturata a partire dai locali dedicati alla produzione del Castelmagno d’alpeggio; il centro culturale Lou Pourtoun, nella Borgata Sant’Antonio-Miribrart di Ostana, spazio pubblico che segue i caratteri di una precisa tipologia architettonica diffusa nelle valli alpine del Sud; il recupero del piccolo centro di Paraloup, che in dieci anni ha restituito alla collettività uno spazio ricettivo e per eventi grazie al sostegno della Fondazione Nuto Revelli.

Infine "l’Acino" che caratterizza l’intervento di ampliamento e ristrutturazione delle cantine Ceretto, per la capacità dell’architettura di mettere l’uomo al centro della natura, in dialogo con il paesaggio dei vigneti; la Maison du Bois di Méolans-Revel, iconico edificio che (anche nelle modalità con cui è realizzata) è stato costruito per comunicare la filiera del legno; fino alla costruzione ex novo di una stalla a Sampeyre, un edificio di uso comune, che in genere non coinvolge la figura di un progettista e che in questo caso è stato al centro di una riflessione da parte dello studio Amun. Perché l’architettura a volte può essere “semplice” nell’abitare il paesaggio che la circonda.

"A parlare dell'importanza della qualità dell'architettura nello sviluppo del territorio, troppo spesso sono solo gli architetti, all’interno di un circuito autoreferenziale", ha affermato Claudio Bonicco, presidente dell'Ordine degli Architetti di Cuneo, "Credo che rompere questo schema sia una nostra responsabilità precisa. È indispensabile trovare il modo e il linguaggio per parlare e farsi capire soprattutto da chi non è architetto. Ed è quello che cerchiamo di fare con questo progetto".

"La nostra è una professione tecnica con una forte e imprescindibile componente sociale, culturale e artistica", ha dichiarato Lara Sappa, architetto e consigliere Ordine Architetti Cuneo, "e i presupposti di Habit.a si muovono su questo concetto: riuscire a delineare degli scenari dove un’architettura sia responsabile nella sua più ampia accezione arrivando quindi a creare assetti virtuosi dal punto di vista sociale, economico e culturale".

 

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