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Così i bambini riscoprono la tradizione contadina del "Canté j’euv" nelle Langhe

MONTAGNA

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SERGIO RIZZO - I bambini della scuola primaria di Sale San Giovanni, accompagnati dai suonatori di fisarmonica e chitarra, invitano la popolazione a due serate dedicate agli stornelli della tradizione langarola. Gli appuntamenti sono fissati per venerdì 28 marzo alle ore 20 presso la “Piramide” di Sale San Giovanni e venerdì 4 aprile, sempre alle ore 20, in piazza Primo Maggio a Sale Langhe. I cantori si sposteranno in diversi punti del paese, concludendo l’esibizione presso la Sala Polivalente.

"Canté j’euv", ovvero "cantare le uova", è un antico rito contadino delle Langhe, diffuso in tutto il sud del Piemonte, dal Roero al Monferrato, tra le colline oggi patrimonio dell’Unesco. Una tradizione che progresso e globalizzazione sembravano aver dimenticato e che da qualche tempo è stata recuperata. Si tratta della tradizionale questua delle uova, un’usanza legata alla fine della Quaresima e all’arrivo della Pasqua, che rimanda a rituali pagani di festa della primavera e del nuovo ciclo vitale della natura.

Allora i giovani dei paesi passavano di cascina in cascina a salutare le famiglie con un canto benaugurale, omaggio al padrone di casa. Quest’ultimo ringraziava l’allegra brigata canterina offrendo delle uova (ecco spiegato il nome "Canté j’euv") appena deposte dalle galline dopo la pausa invernale. Alla fine del giro, con il bottino, gran frittata conviviale il lunedì di Pasquetta, come da tradizione. Se però il padrone di casa si dimostrava avaro, o addirittura non apriva la porta, il canto assumeva un tono scherzosamente maleaugurante. In un certo senso, il Canté j’euv può essere visto come una versione contadina del dolcetto o scherzetto di Halloween, un altro rito di origine celtica che si celebrava anche nelle nostre valli.

Sergio Rizzo

 

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