BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Buongiorno mondo! "Già, ma che mondo è questo?".
Come si inizia la giornata? Alla ricerca di un parcheggio. Infatti a bordo della mia auto entro nel parcheggio di piazza Carlo Alberto a Bra e inizio il rito: giro tra le auto in sosta per trovare un posto. Un giro, due giri, tre giri. Non c'è un posto manco a pagarlo. Eh no! Adesso, anche se lo paghi, non lo trovi lo stesso. Un sussulto di gioia, ecco, ce n'è uno più avanti. Invece no, lo occupa un'auto ingannatrice più piccina delle altre, non le sporge la coda. Resti tra noi, ma se prego Sant'Antonio un posto lo trovo subito quando un'auto se ne va.
Bene, ce l'ho fatta e ho conquistato il mio parcheggio. Adesso scendo, evitando di farmi investire dallo Schumacher di turno che crede di essere su una pista da corsa: è nervoso perché non trova parcheggio. Ma che colpa ne ho io? Ho già superato il mio momento di ansia. Per il momento ho salva la vita. Incolume, procedo col rito: mi avvicino alla macchina mangiasoldi, infilo le monete, qualcuna entra obbediente, un'altra mi scivola dalle mani e rotola dispettosa sull'asfalto. Ma vada, vada a schiantarsi da qualche parte. Aspetto che il distributore, trr trr trr, sputi il biglietto. Tiro un sospiro di sollievo. Ritorno all'auto, evitando un altro Schumacher in pista, espongo il biglietto e finalmente posso andarmene per i fatti miei.
Raggiungo il chiosco dell'edicola che è nei pressi e, ahimè, vedo che la serranda è giù. E non sarà mai più su, è chiusa per sempre. Vi risparmio la solita litania “Ai miei tempi...!”. Però, oggi una riflessione seria devo farla. Percorro le vie del centro e noto vetrine vuote, una dopo l'altra, alcune dignitosamente coperte con la carta, altre lasciate così ignude, sporche, con ragnatele penzolanti che danno il senso dell'abbandono. Una processione infinita di cartelli “Affittasi”, “Vendesi”. Pare il funerale del commercio. Da ex negoziante provo una grande pena. Che ne sarà delle città?
Le strade vuote e i supermarket pieni. Sempre più grandi, sempre più automatizzati, con robot umanoidi che si aggirano con i carrelli, a cui dai fastidio se stai cercando quel prodotto che, maledizione, gli cambiano sempre posto! Nei loro occhi leggi: “Spostati, non vedi che devo passare?". Hanno la stessa aggressività degli automobilisti che suonano i clacson, che imprecano dai finestrini. E la corsa alle casse? Quando apre una cassa di supplemento altri Schumacher sfrecciano per conquistarsi il posto. E quando sei costretta a sdraiarti quasi sul pavimento per raggiungere gli yogurt che sono nello scaffale in basso e al fondo? Non c'è pietà, se non stai attenta ti tranciano le gambe.
Tutti a conquistare quel primo posto, a passare per primi, perché la vita preme, il tempo stringe. Ma che ne vogliamo fare di questo tempo?
Comunque, buona giornata a tutti.
Fiorella Avalle Nemolis