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Continua il dibattito per l'acqua pubblica

SAVIGLIANO

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“Si è tenuto a Savigliano, in provincia di Cuneo, un dibattito pubblico sulla gestione del servizio idrico integrato (SII) in provincia di Cuneo, organizzato dal gruppo locale del Movimento 5 Stelle, soprattutto alla luce delle sue imminenti evoluzioni. Il dibattito è seguito di appena qualche giorno alla bocciatura in consiglio comunale (10 contro 6, maggioranza tutta contraria) dell'ODG che chiedeva al sindaco di spendersi per la gestione totalmente pubblica.

I due relatori, Sergio Dalmasso ed Oreste Delfino, del Comitato Cuneese Acqua Bene Comune, hanno incentrato i loro interventi su due aspetti fondamentali del tema: il rispetto del voto referendario del 2011 e le motivazioni per cui la gestione mista privata-pubblica sia contraria al suo recepimento. Nel primo intervento è stato descritto come la democrazia esiga dei tempi rigidi di costruzione delle possibili soluzioni. Nel caso della gestione del SII, i tempi della discussione e del proponimento delle diverse ipotesi teoriche hanno avuto tutta la possibilità di svilupparsi nella fase precedente al voto referendario.

I cittadini si sono espressi con il loro voto in modo chiaro ed inconfutabile per una gestione pubblica fuori dalle regole del mercato, che non produca profitti. Dal 2011 in poi sarebbe stato compito dei governi nazionali dare concreta attuazione al voto. Se ne sono ben guardati, anzi nel 2012 hanno dovuto essere stoppati dalla Corte Costituzionale nel loro tentativo di reintrodurre le norme abrogate. Ora, lavandosene le mani, hanno scaricato questo compito sulle spalle degli Enti Locali.

Questi che hanno nella loro stessa ragione di essere la realizzazione politica della volontà dei loro amministrati non possono che trovare la coerente soluzione concreta sul territorio di competenza. In questo primo intervento il relatore ha anche ricordato che alcune affermazioni fatte dal sindaco Cussa nel precedente consiglio comunale erano destituite di fondamento. In particolare il sindaco aveva affermato che i Comitati per l'Acqua avevano cambiato la soluzione proposta passando dall'Azienda Speciale all'SpA in - house a seguito del “fallimento” di ABC Napoli, l'unica azienda speciale nata in Italia dopo i referendum.

I Comitati non hanno modificato il punto di arrivo che rimane sempre l'azienda speciale di diritto pubblico, semplicemente in un percorso a tappe verso questo risultato ritengono indispensabile il passaggio intermedio verso la gestione in - house totalmente pubblica, mentre la gestione mista privata - pubblica porrebbe definitivamente termine a questo percorso. Per quanto riguarda ABC Napoli, essa sta godendo di ottima salute: ha appena riunito nella sua gestione i servizi acquedotto e fognatura che prima erano divisi, assorbendone tutto il personale ed in ragione di questo risultato ha avuto dal comune l'affidamento per i prossimi 30 anni.

Nel secondo intervento il relatore ha innanzitutto chiarito che la scelta della forma di gestione per l'ATO4 deve avvenire obbligatoriamente entro il 30 settembre prossimo, contrariamente alle affermazioni fatte, sempre in consiglio comunale, dal capogruppo PD Ferraro. Il decreto Sblocca Italia non chiede solamente l'esistenza del piano d'ambito e del conseguente piano tariffario ma anche la scelta della forma di gestione, pena il commissariamento. Si è poi entrati nel vivo della situazione del territorio saviglianese, delineando le motivazioni per cui l'attuale gestione mista di Alpiacque non può essere considerata la soluzione valida.

Innanzitutto perchè è certo che dopo il 2017 non potrà più essere questa compagine societaria a gestire una parte di territorio, bensì come imposto dal decreto Sblocca Italia, dovrà essere un unico gestore su tutta la provincia. In secondo luogo perchè il socio privato dovrebbe comunque essere scelto con gara di appalto internazionale alla quale parteciperebbero aziende di tutta altra dimensione: multinazionali estere o grandi multiutilities nazionali (ACEA,IREN, A2A, HERA) che sfrutterebbero il territorio per portarsi a casa i sostanziosi utili garantiti dal metodo tariffario, senza alcun rischio di impresa. Se si volesse anche considerare la possibilità che l'attuale gestore continui il suo operato, avrebbe comunque una composizione societaria non commisurata alla popolazione dei singoli comuni, ma com'è attualmente, la maggioranza relativa (49%) al socio privato ed il 51% al pubblico suddiviso in quote sproporzionate dove ad esempio Fossano conta oltre il 32% mentre Savigliano sotto il 6%: è evidente chi farà girare la giostra!

Già dal 2012 quest'azienda non rende più disponibile sul proprio sito il bilancio aziendale, impedendo così non solo ai cittadini ma anche ai consiglieri comunali dei comuni soci di poterlo consultare. Da documenti

pubblicati per obbligo di legge da alcuni comuni soci, abbiamo appreso che a fine del 2012, un'assemblea societaria straordinaria di Alpiacque ha destinato 1 milione di euro per un aumento di capitale gratuito ed altri 800.000 euro per distribuzione di dividendi ai soci, pubblici e privati. Da dove arrivavano questi soldi? Stante la specifica normativa del SII, unicamente da prelievi effettuati linearmente in base ai consumi d'acqua, dalle bollette degli utenti di tutti i comuni gestiti!

Il relatore ha affermato che pur non potendo avere accessibilità alla documentazione societaria, presumeva che fatti simili fossero avvenuti anche negli anni successivi. Il sindaco di Savigliano, Claudio Cussa, che ringraziamo per la sua presenza al dibattito, ha affermato che invece si trattava di un episodio circoscritto a quell'anno e che nelle altre annualità gli utili vengono destinati unicamente a riserve societarie che, oltre quelle d'obbligo legislativo, vengono reinvestite nel servizio gestito. Alla domanda se allora il socio privato fosse un filantropo che spende per il bene pubblico, il sindaco ha molto onestamente ammesso che i suoi utili arrivano dal fatto di essere una azienda multiutility, che ha nella propria compagine societaria aziende delle quali possiede la totalità azionaria, che sono in grado di fornire tutti i servizi e molti lavori complementari alla società mista compartecipata.

In pratica, Egea vende energia elettrica, gas, smaltimento rifiuti, lavori edili, di scavo, di posa reti, di ripristino, alla consociata Alpiacque, a prezzi da lei stabiliti, senza dover ricorrere a gare di appalto (se non nei casi in cui si superi per ogni opera la soglia di un certo importo), portandosi “legalmente” a casa i proventi dei servizi forniti e dei lavori effettuati. Anche dal punto di vista delle tariffe e dei dipendenti la situazione non è così rosea come la si vorrebbe presentare. Se è un fatto inconfutabile che le attuali tariffe di Alpiacque siano al di sotto della media provinciale, ciò deriva principalmente dalla conformazione del territorio servito che vede una alta presenza di utenza su un area relativamente ristretta e con l'assenza di significative asperità del suolo.

In secondo luogo è anche determinato da mancati investimenti, anche se non sul territorio del comune di Savigliano, che quindi non hanno determinato la relativa ricarica in tariffa. Occorre comunque ricordare che dal 2017 (doveva già essere da quest'anno, ma è stata procrastinata) la tariffa sarà unica su tutta la provincia, annullando le differenze tra gestori. Sul lato occupazionale, l'ingresso di soci privati di questa dimensione potrebbe portare alla conseguente iniezione sul nostro territorio di personale in esubero da altre aree dove tali soci già operano, o comunque ad una mobilità territoriale molto marcata.

La soluzione dell'unico gestore totalmente pubblico su tutta la provincia, porterebbe invece al completo assorbimento di tutto il personale esistente, che continuando ad operare nello stesso settore non avrebbe alcuna variazione contrattuale. Al termine della serata, il Comitato Locale di Savigliano ha consegnato al sindaco Cussa le 320 firme raccolte per la campagna Mettiamoci la Faccia, con la quale i cittadini chiedono ai loro amministratori di scegliere la forma gestionale totalmente pubblica, in - house, per tutta la provincia di Cuneo.

Il sindaco, affermando di aver votato SI ai referendum del 2011 e di non essere un fans della gestione privata, ha rassicurato i presenti che farà tutte le opportune valutazioni per trovare la soluzione più adatta. Noi ovviamente gli abbiamo ricordato come il suo ruolo di rappresentante democratico più prossimo ai cittadini, lo leghi indissolubilmente al rispetto della loro volontà così chiaramente espressa ai referendum”.

Comitato Cuneese Acqua Bene Comune, 389 3455739.

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