CUNEO
ALICE MARINI - La città correva da un evento all'altro. Sembrava davvero che Cuneo si fosse innamorata dei libri. Nonostante il periodo in cui pare che le preoccupazioni di altro genere influenzino la vita delle persone, oggi ci siamo resi conto che la cultura ha ancora uno spazio di cui approfittare per parlare e farsi sentire.
“Scrittorincittà crea un tempo e uno spazio in cui chi legge e chi scrive riesce ad entrare in contatto”. Così lo psicologo Edoardo Tallone, alla destra di Vito Mancuso, sul palco del teatro Toselli di Cuneo per Scrittorincittà.
Mancuso, teologo e filosofo, scrittore ("Il principio passione", "Il coraggio di essere liberi", "Dio e il suo destino") ha portato al festival letterario il suo ultimo libro dal titolo “Il bisogno di pensare”. Un libro "ricco, coraggioso vivo e vitalizzante”, in cui si ha “la sensazione di parlare con un vero amico". Mancuso appare così come un autore che va al dunque senza timore e che, con la sua intelligenza, ci richiama a noi stessi.
"Quanto sarebbe bello arrivare alla fine della vita potendo dire: ho indagato me stesso". Secondo il filosofo, ci sarebbe una zona, dentro ognuno, in cui le cose belle dell'esistenza occupano un posto d'onore e sono amate in quanto "belle per se stesse". Abbiamo bisogno di queste cose: come il nonno ha bisogno del nipotino, o l’amante del suo amato. Infatti, è proprio a partire dal nostro bisogno di pensare che Mancuso ci sprona a farlo con il cuore, senza barriere, preconcetti o tabù, e senza altro dogma che la ricerca della felicità.
"Abbiamo bisogno di una leva in grado di (ri)sollevarci da certe bassezze della vita". Quanta paura c’è in giro! "Ne siamo tutti prigionieri!”. Il fulcro è la spiritualità, cosa diversa dalla fede o, più nello specifico, dalla religione. Scrive nel libro che si tratta unicamente di gestire in maniera particolare la nostra libertà e “sgomberare la mente dalle forme di pensiero avvelenato" per dedicarla ad una dimensione più grande e più importante, con la quale, tuttavia, ci identifichiamo. Bisogna generare la libertà in noi stessi così che possiamo elevarci, riformarci, trasformarci.
"Trans formarsi, come una farfalla" è il titolo del libro di Vladimir Luxuria, presentato con Matteo Bianchi sempre in occasione della rassegna Scrittorincittà. Un libro sulla transizione, in cui Vladimir parla dei molti sensi che questo concetto può avere, anche nelle varie parti del mondo, mischiando considerazioni personali a diverse curiosità.
Vladimir si dichiara felice di questa seconda opportunità (fu a Cuneo per il Festival del Sorriso) di raccontarsi al pubblico cuneese. Ricorda una sua esperienza personale quando, chiamata in un liceo per parlare di bullismo, un paio di genitori avevano tirato fuori l'ideologia del "gender", spiegandola come una specie di congiura che spinge ragazzi etero a diventare omosessuali o a cambiare sesso. Da quel giorno non era più stata invitata e anche per questo ha scritto un libro che è anche transgender nella forma, proprio per combattere quell'ignoranza che aveva avuto modo di percepire.
"Sapevo cosa voleva dire portare a casa un insulto nascosto tra le pagine di un quaderno - racconta Luxuria - e molto spesso ho avuto la tentazione di lasciare la scuola. Ma ho resistito, e mi sono laureata con 110 e lode". "Non c'è un momento nella mia vita in cui ho pensato di fare una scelta. Ho soltanto scelto di non nascondere la mia vera identità. Cartesio diceva cogito ergo sum, "penso, dunque esisto". Io mi pensavo diversamente, quindi non esistevo. Quando indossavo un vestito femminile e mi osservavo allo specchio, avrei voluto oltrepassarlo e abbracciare "quell'altra". A chi le chiedeva, essendo nella sua situazione, come avesse superato i problemi che inevitabilmente nascevano, lei ha risposto: con l'arma dell'ironia, che smorza le tensioni e aiuta comunque nei momenti di difficoltà.
In questa giornata di presentazione di nuovi libri, abbiamo conosciuto l'ultima fatica della giornalista Tiziana Ferrario, "Orgoglio e pregiudizi", al centro del quale vi è un tema difficile, su cui le stesse donne, a volte, hanno paura di riflettere. Il libro comincia a Washington, all'indomani dell'insediamento di Trump, dove un milione di donne (e uomini) hanno marciato contro il presidente per chiedere stesse opportunità di carriera, stessi salari e diritti. "C'è stato un momento in cui ho deciso che era importante dire le cose che non andavano - racconta la Ferrario - e in quel momento mi trovavo in America. Lì le donne, ad un certo punto, hanno visto che alcune cose stavano per essere messe in discussione". Così è partito un viaggio attraverso gli Stati Uniti, fino ad arrivare in Italia, ricco di incontri e storie spesso sconosciute.
"Quando io parlo di parità, parlo di certe riflessioni che in Italia purtroppo non si sentono. La nostra forza lavoro femminile è solo del 48%. C'è una sensazione che le cose non possano cambiare, non c'è un risveglio delle coscienze", almeno non paragonibile a quello che si può avvertire in altre parti del mondo. Questo libro aiuta a capire dove siamo arrivati. Vi sono alcune storie di "ragazze coraggiose" che si spera possano essere di esempio, di ispirazione e di aiuto per noi: ne abbiamo bisogno davvero.
Alice Marini