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Con la neve torna la normalità, ma resta uno degli inverni più caldi degli ultimi 66 anni

MONTAGNA

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CUNEO CRONACA - Il mese di febbraio 2023 ha registrato precipitazioni molto al di sotto della norma climatica 1991-2020, con un deficit medio sostanzialmente uniforme sulla regione e quantificabile in circa -80%. Fanno eccezione le zone alpine occidentali dove le nevicate soprattutto di fine mese, hanno contenuto il deficit attorno al 40%.

Con la fine del mese, si è chiuso anche l’inverno meteorologico 2022-2023, l’ennesima stagione ancora piuttosto anomala sia dal punto di vista delle temperature (9° inverno più caldo degli ultimi 66 anni) sia dal punto di vista delle precipitazioni solide e liquidi che hanno fatto registrare un deficit complessivo di circa il 45% rispetto alla norma 1991-2020.

L’anomalia delle precipitazioni, tuttavia, non è stata uniforme sul territorio regionale: se le nevicate alpine hanno contribuito ad un locale surplus su alcune zone delle Alpi Cozie Meridionali e Marittime Settentrionali, altrove il deficit è stato marcato, oltre il 50% sulle zone pedemontane occidentali, sulle Alpi settentrionali e attorno al 30% sulle zone Appenniniche.

Se rapportiamo la situazione attuale con il passato, utilizzando l’indice SPI sulla scala dei 3 mesi (dicembre-gennaio-febbraio), si nota comunque una situazione generale di normalità, anche se i valori numerici dell’indice suggeriscono una fase spostata verso la siccità lieve. Diverso invece lo scenario a medio (6 mesi) e lungo (12 mesi) termine, dove l’indice riflette la scarsità di pioggia osservata nell’ultimo anno quando, in 10 mesi su 12, l’anomalia di precipitazione è stata negativa, e i cui effetti si sentono anche oggi, visto che gran parte della regione si trova in condizioni di siccità severa o estrema.

La combinazione autunnale ed invernale di piogge scarse e temperature ben sopra la norma, fa si che il bilancio idro-climatico (ovvero la differenza tra pioggia caduta ed evapotraspirazione) medio sul Piemonte, calcolato a fine inverno 2022-2023 nell’anno idrologico in corso (ottobre 2022-settembre 2023), risulti a livello del 5° percentile negli ultimi 65 anni, ed è addirittura inferiore (124 mm medi contro 154 mm, rispetto ad una media climatica di 260 mm) allo stesso parametro calcolato a fine febbraio 2022. Una situazione non certo favorevole in vista dell’inizio della stagione agricola.

Per quanto riguarda le temperature si segnala un febbraio caldo (anomalia positiva di circa 2°C) che lo colloca al 7° posto tra i più caldi dal 1958. Le alte temperature della seconda decade del mese hanno favorito anche una fusione generalizzata del manto nevoso che si è ha ripreso solo parzialmente con le nevicate e le temperature sotto media della fine del mese. Le nevicate di fine febbraio/inizio marzo hanno infatti ristabilito in parte condizioni di normalità con spessori del manto nevoso più in linea coi valori tipici del periodo, soprattutto sui settori occidentali e meridionali della regione. Nella successiva figura si mostra l’andamento della neve al suolo per una stazione significativa delle Alpi marittime, con il contributo delle ultime nevicate.

A livello regionale si nota comunque un innevamento deficitario dalle Alpi Graie fino ad Alpi Lepontine, zona marginalmente coinvolte dalle ultime nevicate. A livello di SWE (snow water equivalent) le stime modellistiche effettuate su tutto il bacino del Po alla confluenza col Ticino, mostrano valori complessivi che, seppur migliori rispetto al 2022, permangono al di sotto della media del periodo, con un deficit stimato attorno al -55%.

Le portate dei corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario permangono ovunque al disotto dei valori medi storici di riferimento. I deficit più significativi si registrano nel bacino del Tanaro con valori oltre il 70% e anche lungo l’asta del Po dove si passa da oltre il -70% di Torino a oltre il -60% a valle a Isola S.Antonio.

All’idrometro di Isola Sant’Antonio, che rappresenta la chiusura dell’intero bacino piemontese del Po, la portata media di febbraio, pari a 124 mc/s, in una classifica di portate mensili di febbraio dal 1996 al 2022 per questa stazione, si posiziona al primo posto tra le più basse, seguita dal 2005 dove la portata media di febbraio era stata pari a 158 mc/s. E' ormai da un anno che le portate medie mensili del Po nella sezione di riferimento del bacino piemontese, sono costantemente su inferiori a quelli minimi calcolati sul periodo di riferimento, piccola eccezione per i mesi di dicembre 2022 e gennaio 2023 che registrano portate di pochissimo più alte delle minime ma comunque bel al disotto delle medie.

(Nell'immagine: la stima dell’innevamento sui settori alpini della regione al 2° marzo 2023, valori puntuali altrove. Previsioni e immagine tratte dal sito di Arpa Piemonte)

 

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