MONDOVì
Ormai tradizione ventennale, l'autunno riporta a Rocca de' Baldi la Festa dei Bergé, dando nuova vita al castello e al piccolo borgo con le sue strette vie di impianto medioevale.
Sin dal primo mattino, la piazza e i portici si riempiranno di bancarelle: prodotti tipici, formaggi, salumi, marmellate e miele, frutti e verdure, manufatti artigiani, creazioni artistiche con i materiali più diversi; in via Prandi gli oggetti ed i mobili di un tempo, presentati da antiquari e appassionati del settore.
Per l'edizione 2015, l'allegra taverna gestita dai volontari dell'Associazione Amici di Rocca de' Baldi si trasferirà nel parco del Castello, servendo per il pranzo polenta ai formaggi o con spezzatino, trippe in umido ed altre prelibatezze della cucina contadina. Per chi vorrà pranzare direttamente nel Castello, l'Osteria che vi è ospitata offrirà uno speciale menù fiera.
L'intero pomeriggio potrà poi essere dedicato a passeggiare fra le bancarelle, fra suonatori di musica occitana e divertimenti per i bimbi, degustando caldarroste, vin brulé e frittelle di mele. Novità di quest'anno sarà la possibilità di chiudere la giornata di festa partecipando ad una serata conviviale, nell'apposita tensostruttura del parco, con gran bollito misto e speciali taglieri di formaggi locali (necessaria la prenotazione ai numeri 339/3178646 o 0174/587605).
Chi raggiungerà Rocca de' Baldi in occasione della Festa dei Bergè, domenica 11 ottobre, potrà approfittare della giornata di festa per conoscere il patrimonio storico ed artistico del borgo. Innanzitutto il Castello.
Da piccola torre di difesa nel tardo medioevo, nei secoli si è trasformato in residenza signorile. Divenuto proprietà della famiglia Morozzo nel 1643, subì ulteriori interventi di ampliamento sino alla costruzione, nel 1710 su progetto dell'architetto Francesco Gallo, dell'ala oggi dipinta in rosa. Dimora privata nell'ottocento, acquisito dall'Asilo di Rocca a cavallo fra otto e novecento, ospitò poi la Colonia Orfani di Guerra sino al suo trasferimento negli anni 70 a Mondovì.
Oggi, Comune di Rocca de' Baldi, Amministrazione Provinciale e Società per gli Studi Storici compongono l'Ente che lo gestisce, dopo averlo trasformato in museo: le sale del piano nobile ospitano ricostruzioni d'ambienti sette-ottocenteschi, oltre ad una bella mostra dedicata al rapporto fra l'uomo e il cibo (Gli oggetti del cibo nella cucina di ieri).
Al secondo piano, in uno dei saloni dell'ala seicentesca è visitabile poi la mostra fotografica Prendere o lasciare, esposizioni di scatti della fotografa amatoriale pavese Ilaria Cerutti, che racconta il suo punto di vista sulla vita urbana del nostro tempo attraverso porzioni di vita quotidiana incontrate per strada.
Multimediale l'allestimento poi del Museo Etnografico Augusto Doro, sempre al secondo piano, capace di esprimere l'immagine del passato attraverso i più moderni strumenti di comunicazione: lo sviluppo storico del paesaggio rurale, la cerealicoltura, la coltivazione del mais, la castanicoltura. Con la giusta attenzione al recupero di veri e propri cimeli d'antiquariato con aratri e attrezzi ottocenteschi.
Nella giornata sarà aperta al pubblico anche la bella chiesa Parrocchiale di San Marco Evangelista: costruita su una precedente cappella medioevale (ne sono testimonianza due begli affreschi, recentemente restaurati), consacrata nel 1517 e profondamente trasformata sempre dal Gallo nel 1725. L'attenzione di chi vi entra non può non essere catturata dallo splendido altare policromo, ritenuto dalla critica d'arte uno dei capolavori del barocco piemontese, opera dei fratelli Giuseppe e Giovanni Carlone (1675).
A pochi passi di distanza, in alcuni saloni dell'ex casa canonica, aprirà le proprie porte anche il Museo di Storia Militare e locale, nato su iniziativa del locale gruppo Alpini. Ripercorre con documenti, immagini ed oggetti la storia militare di Rocca de' Baldi e del monregalese a partire dalla campagna napoleonica del 1795 sino al termine della seconda guerra mondiale.
Chi farà due passi fra le bancarelle d'antiquariato della porticata e centrale via Prandi, potrà poi visitare la settecentesca Confraternita di Sant'Antonio e la base della Torre Civica: bellissima costruzione in mattoni la cui costruzione originale, anteriore al 1250, venne poi sopraelevata nei secoli XIV e XV. La presenza di un giglio angioino su una delle finestre che guardano verso via Prandi ne agevola la datazione.
Per approfondimenti si invita alla visita del sito www.museodoro.org