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Comunità Laudato Sì di Bra a Roma (c'era anche Petrini): "Che emozione quel grazie dal Papa!"

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Raimondo Testa, per gli amici Dino, insieme alla Comunità di Laudato sì n.2 di Bra, di cui fa parte, ha partecipato ad uno specialissimo incontro in Vaticano con sua Santità Papa Francesco. All'udienza era presente anche Carlo Petrini, ideatore, con monsignor Domenico Pompili di Rieti, delle “Comunità Laudato sì”, con lo scopo di divulgare il pensierio e il messaggio contenuto nella lettera Enciclica Laudato sì, sulla cura della casa comune, la terra con il suo Creato, in sostanza, tutto ciò che viene nominato nella Genesi. Edita nel 2015, l'Enciclica, contiene anche una prefazione come guida alla lettura, redatta appunto da Carlin Petrini.

Due parole sul protagonista del racconto: Raimondo Testa è un braidese, ex bancario ora in pensione, sposato con Raviola Clara, dalla cui unione sono nate Maria e Francesca. Partecipa attivamente alla vita cittadina, in qualità di consigliere comunale con delega alle associzioni di volontariato, di presidente della consulta del volontariato, e con delega agli orti urbani. L'amico Dino è persona molto affabile e generosa di sé, conosciuta in Bra per la sua disponibilità e gentilezza con tutti. Non mi sorprende la sua adesione alla “Comunità di Laudato sì”, da che lo conosco, ne rappresenta in pieno lo spirito e lo stile di vita.

Ora è accomodato sul divanetto del mio studio, si accalora nel racconto di quello straordinario sabato mattina: l'incontro con Papa Francesco, così ravvicinato, a pochi metri dietro la transenna che lo separavanno dai i fedeli. Nel suo sguardo aleggia ancora tanta emozione, ed incontenibile gioia provata che perdura. Anzi, si moltiplica al solo pensiero di ciò che è stato.

Su, Dino, raccontami.

"L'unica persona al di là della transenna che ci divideva da Papa Francesco, ad una distanza di sucurezza, era Carlin Petrini con accanto monsignor Domenico Pompili".

Dove vi hanno ricevuto?

"Nell'imponente e suntuosa sala delle Udienze “Paolo VI”, del palazzo Nervi, dove posto al centro c'è trionfante quella scultura del Crocifisso in bronzo, realizzato dall'artista marchigiano Perile Fazzini. Carlin ha fatto una breve presentazione del nostro gruppo di Comunità Laudato sì n.2 di Bra, e poi si è trattenuto un po' con il Papa, parlando in lingua argentina. E' stato un momento indimenticabile. Nell'incontro ci ha consegnato due parole chiave sull'ecologia integrale: contemplazione e compassione. Il Santo Padre ha specificato: “La natura non è più ammirata, contemplata, ma divorata, siamo diventati voraci, dipendenti dal profitto e dai risultati ottenuti subito, a tutti i costi. E' così la nostra società si brucia tutto. Lo sguardo sulla realtà è sempre più rapido, distratto, superficiale. Mentre in poco tempo si bruciano le notizie e anche le foreste. Insomma le donne e gli uomini di oggi sono malati di consumo. Si affannano per l'ultima app, ma non sanno più il nome dei vicini di casa. E neanche distinguono un albero dall'altro".

In merito alla compassione il Santo Padre ha specificato: “Chi sa contemplare non sta con le mani in mano ma si dà da fare concretamente. La compassione è il frutto della contemplazione, definita come immagine efficace, il miglior vaccino contro l'epidemia dell'indifferenza che si concretizza nel menefreghismo e che entra nel cuore della mentalità e che finisce con un: “Che si arrangi!”. Quindi il Pontefice ha chiarito che avere compassione significa scegliere di non avere alcun nemico, per vedere in ciascuno il prossimo. Il che non significa arrendersi, anzi, chi ha compassione, entra in una dura lotta quotidiana contro lo scarto degli altri, lo spreco delle cose.”

Ha citato anche lo studio della Fao, secondo cui nei paesi industrializzati vengono bruciati e buttati via ingenti tonnellate di cibo commestibilie, quindi, tolte alle popolazioni di nazioni povere che non hanno di che sostentarsi. Prendersi cura della natura sì, ma in contemporanea anche dell'uomo, perchè dove c'è sfruttamento della natura, di pari passo va lo sfruttamento anche delle etnie, dei popoli. L'uomo è stato messo a prendersi cura della terra, non come padrone, ma come signore, inteso come chi tutela le persone a fa crescere tutto in ordine e in armonia.

L'emozione di questo incontro permane ancora nel nostro gruppo. Il giorno successivo era di domenica, così, ne abbiamo approfittato per presenziare all'Angelus in piazza San Pietro, in un modo spontaneo, senza accreditarci, come esige la prassi. Quindi il Pontefice ignaro della nostra presenza, anche se eravamo in mezzo alla folla, si è accorto di noi! Così, parlando a braccio, con nostra immensa sorpresa, ha esordito: “Vedo che c'è una Comunità Laudato sì, grazie per quello che fate, grazie per l'incontro di ieri, qui, con Carlin Petrini e a tutti i dirigenti che vanno avanti in questa lotta per la custodia del Creato. Saluto tutti voi.”

Puoi immaginare cosa abbiamo provato nel sentirci nominati, mentre agitavamo il cartellone con la scritta Comunità Laudato sì di Bra e ci sbracciavamo per salutare! Quel momento è stato davvero entusiasmante, ma non di meno lo è stato ascoltarlo appena a tre metri di distanza e a conclusione dell'udienza, e quando si è alzato per lasciare la sala, avere il privilegio di fotografarlo molto da vicino.”

Dino mi mostra le foto, quella solo con il gruppo e l'altra con affiancati Carlin Petrini e monsignor Domenico Pompili. Ma quelle scattate da lui al Santo Padre, sono le più significative.

Chi erano i componenti del vostro gruppo?

“Gallizio Claudio, coordinatore e responsabile della Comunità Laudato sì n.2 di Bra con la consorte Milazzo Maria Giovanna, consigliera comunale con delega a alle Pari Oppotunità; Amato Felice e Fissore Michi; Fissore Lino e Giannuzzi Rosanna; Peira Mauro e Ferrero Anna; Burdese Giovanni e Gavuzzo Renata; Sacchetto Dino; Casaveccchia Maria Teresa; Ferrero Maurizio e Gullino Rita, e naturalmente io con la mia consorte Raviola Clara".

Qual'è l'impegno di voi associati della Comunità Laudato sì n.2 di Bra?

“Intanto, la lettura dell'Enciclica e la riflessione tra noi associati, che ci porta ad assimilare quei concetti, secondo il famoso prendersi cura del Creato, vivendo in concreto certi ideali, quindi, rispettando le regole. Sono piccoli passi per il cambiamento: ridurre gli sperchi, il consumo dell'acqua, dell'energia elettrica, della plastica, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un veicolo tra varie persone, piantare alberi... insomma condurre una vita più sobria mettendo in atto azioni meno invasive, meno inquinanti. La Comunità è sorta anche per dare un aiuto concreto alle popolazioni delle terre terremotate, infatti, il monsignor Domenico Pompili è il vescovo di Amatrice".

Quali i vostri progetti?

“In corso c'è il progetto della ricostruzione di Amatrice, ma soprattutto di riportare a nuova vita la scuola: una via di speranza, di continuità, attraverso la formazione dei giovani, per ridare forza e valore al territorio. L'iniziativa di cene solidali per raccogliere fondi, svoltesi al centro d'incontro San Michele, da subito, ha manifestato generosità da parte dei commercianti, con la donazione delle materie prime, appunto, tutte a base di prodotti matriciani, che noi volontari abbiamo preparato e distribuito ai commensali. Quindi, il ricavato, tolto qualche spesa, è stato soddisfacente".

Com'è regolata la Comunità?”

"E' nata con uno statuto e un regolamento, si auto tassa per finanziare altre iniziative concrete, come, ad oggi, la piantumazione in Bra di una decina di piante di alto fusto, aderendo all'iniziativa lanciata l'anno scorso da Papa Francesco: piantare un albero per ogni abitante d'Italia. L'Enciclica, oltre a mettere in luce l'aspetto del bello e del poetico della natura, pone l'accento sulla nuova economia, con questo ritmo di crescita economica e di inquinamento l'ecosistema è in pericolo. Quindi cambia anche il modo di fare l'economia: meno consumo, e con volontà reale di agire. Per affrontare alla radice le cause degli sconvolgimenti climatici in atto, bisogna guardere lontano.

“Il Signore perdona sempre, ma la terra non perdona” - afferma il Pontefice. E' significativo: il signore è misericordioso, perdona sempre, ma se non si rispetta la natura, poi la natura ci fa pagare l'errore commesso nel non averla governata, nel non averne avuto cura. Il nostro impegno, quindi, è di divulgare e soprattutto di mettere in pratica ciò che l'Enciclica ci suggerisce.”

Fiorella Avalle Nemolis

 

 

 

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