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Come si esce dalla spaccatura del voto sulla Fondazione Crc

CUNEO

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Riceviamo da Mauro Mantelli e pubblichiamo: 'Ho atteso qualche giorno, perché la delusione non facesse velo alla ragione.

Ora che non ho più compiti istituzionali all'interno della fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo penso di poter proporre qualche riflessione.

Non ho sassolini da togliermi, nelle polemiche, chi mi conosce sa che rispedisco indietro tutto immediatamente.

Non mi è piaciuto per nulla vivere questi ultimi mesi immerso in una 'campagna elettorale' vissuta come la prosecuzione di una guerra mediatica, in atto da tempo, con altri mezzi.

Intorno a questa istituzione, così importante non solo per il fatto di possedere un patrimonio di quasi 1 miliardo e mezzo di euro ben gestiti e produttivi di risorse rimaste cospicue anche in tempi di crisi si sono scatenate polemiche strumentali spesso finalizzate a bloccare la trasformazione della fondazione da ente erogatore a domanda a soggetto programmatore.

Non posso essere accusato di neutralismo; nel corso di questi anni ho sempre preso parte come membro del consiglio di indirizzo contro l'assalto all'istituzione fondazione.

Ho preso parte anche a quella che ho impropriamente chiamato 'campagna elettorale' essendo stato candidato al consiglio di amministrazione da Antonio Degiacomi che ringrazio per lo sforzo profuso e per  le lezioni di stile che da lui ho ricevuto.

Ora però voglio voltare pagina; il rischio di diventare rancoroso non lo voglio correre, assisto quotidianamente ai frutti che la mala pianta del rancore produce all'interno del mio partito, Il Partito Democratico, quindi tengo ben fisso nella mia mente l'obiettivo di esserne immune.

Voglio sorpassare il fastidioso rumore di fondo, dei piccoli veleni di provincia, delle minacce più o meno velate di cui ho sentito raccontare da persone al di sopra di ogni sospetto perché totalmente estranee alle logiche di una classe dirigente cuneese quasi sempre accartocciata intorno al proprio ombelico.

Soprattutto a Cuneo capoluogo da anni la politica sembra diventata un'interminabile redde rationem.

Le divisioni che ancora questa settimana l'ineffabile 'notista politico' de 'La Guida'attribuisce al PD Cuneese, sono patrimonio diffuso, a cui si aggiungono personalismi e totale disinteresse per i temi concreti.

È questo il 'modello Cuneo', questa  è la  'Cuneesità'?

I problemi di merito sono rimasti fuori dal dibattito di questi mesi o, quando vi sono marginalmente entrati, sono divenuti oggetto di scontro, di un conflitto fine a se stesso e dimentico di quella complessità con la quale tutti oggi dobbiamo fare i conti per pensare al futuro.

Quindi il primo obiettivo è sottrarre il dibattito politico da questa circolarità senza fine e riprendere la linea frastagliata e discontinua della storia  del territorio in cui viviamo.

Io stimo il nuovo presidente della fondazione Genta, non conosco gli altri membri del consiglio  di amministrazione, ma so che chi la presiede è consapevole del fatto che la frattura determinatasi il 18 aprile è un problema serio soprattutto se immersa in un'atmosfera politica come quella che ho appena descritto.

La provincia di Cuneo, il Comune capoluogo, il Comune di Alba, l'azienda ospedaliera, di fatto lo strumento di collegamento più forte con la Regione Piemonte, quindi gli enti più importanti di rappresentanza del territorio non sono nella governance della fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

Il Comune di Mondovì, inseguendo una sua chimera solipsistica, si è di fatto isolato in un fortino in cui predominano le  rappresentanze di categoria, enti  importantissimi ma deputati, per loro stessa natura, a rappresentare interessi specifici.

Vorrei chiedere quindi al presidente Genta, come pensa di evitare (perché sono certo che lo vuole evitare) che questa spaccatura si trasformi nella fine del modello di programmazione di lungo respiro che la fondazione da anni si è data.

Nell'ultimo documento programmatico votato dal passato consiglio di indirizzo, la fondazione si auto definisce come agenzia di sviluppo del territorio.

Come pensa la nuova governance di portare avanti questa vocazione strategica?

Questa provincia ha bisogno di una forte rete territoriale che combatta la polverizzazione che da sociale si è fatta istituzionale.

Quale o quali sono i luoghi dove questo incontro potrà avvenire?

Le mie non sono domande retoriche o finalizzate ad aprire una polemica.

Da anni frequento questi argomenti, so anche che senza questa capacità di sguardo lungo, di obiettivi vasti, rischiamo di non poter concorrere a gran parte dei finanziamenti europei a cui potremmo attingere ora e nei prossimi 5 e 6 anni.

Anche in vista delle elezioni comunali dell'anno prossimo a Cuneo questi, e non altri, sono i temi di discussione.

Mauro Mantelli

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