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Come nasce il formaggio? Il sapore dei prati nei laboratori di "Cheese bimbi" all'asilo di Bra

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Varco l'antico portone in legno della scuola dell'Infanzia Sant'Antonino di Bra dove, fin dal 1844, la campanella ha squillato per accogliere generazioni di bambini. Percorro il lunghissimo corridoio e, dalla vetrata che affaccia sul cortile, noto una grande animazione. E' in corso il progetto “Cheese Bimbi” che, per la durata di due giorni, sviluppa concretamente lo spirito del "sapore dei prati” lanciato da Slow Food.

Il tema, la tutela dei prati stabili, che consiste nel mantenere il giusto equilibrio tra il rispetto per l'ambiente e la produzione, ha coinvolto bambini dai 3 agli 8 anni, mettendo a loro disposizione 5 laboratori con tematiche distinte. Commenta Marcella Brizio, volontaria componente del Cda della scuola, nonché organizzatrice dell'evento: “A dimostrare che il progetto non è solo poesia e teoria, ma apprendimento nel produrre, sono state le 130 pizze sfornate, il centinaio di tomini prodotti, e la quantità esorbitante di pere consumate, giusto per scoprire quanto sia buono il cacio con le pere”.

Mi affaccio al cortile e, sotto l'immenso porticato al fondo, mi appare una sorta di alveare con una colonia di api operose: sono tanti bimbi impegnati in diverse attività. Richiama la mia attenzione un tintinnio di campanelle che svelano la presenza di Fiocco, Ruspa e Macchia, le tre caprette più giovani di Renato Maunero, il pastore e produttore di tome di Cherasco, denominato “l'uomo che sussurra alle capre”. In una sorta di boschetto, appositamente recintato per farle sentire a casa, le caprette belano, brucano e saltano agili verso la cima degli alberi per strappare le foglie dai rami, per uno goloso spuntino.

“Mi trovo in questo istruttivo contesto - commenta Renato Maunero - per spiegare ai bambini che il formaggio non nasce nel pacchetto, e non nasce nel supermercato e, per dare due messaggi, uno è 'Il formaggio che racconta i suoi pascoli', ossia, che il formaggio cambia il gusto a seconda del pascolo, e anche per stagionalità. L'altro è: 'Quando un formaggio non è rotondo solo per forma', significa che anche la lavorazione è molto circolare, perché nel mio caso parto dal pascolo, lavoro il latte crudo, aggiungo il caglio vegetale e il “latte innesto”, che mi auto produco. Ecco che il cerchio si chiude quando il cacio, dopo il processo di trasformazione, finisce direttamente sulle tavole del consumatore. “Perché ti presti gratuitamente a queste due giornate di laboratori? gli domando. Maunero risponde: “Credo fermamente che se nella vita vuoi avere, bisogna anche dare qualcosa”.

E dal racconto si passa alla pratica: arriva il latte e si procede all'intero ciclo di produzione, a cui partecipano attivamente i bambini. Nel grande fermento generale, tutto si svolge con ordine, i bambini divisi in gruppi per colore e affiancati dalle educatrici, sono invitati a seguire l'esperto che propone una delle 5 tematiche. Intanto dalla cucina giunge il profumo di croccanti pizze, appena cotte e sfornate (a cura dell'azienda Tecnica di Roreto di Cherasco), che poi bambini consumeranno. E' con il laboratorio Pasticci'AMO (a cura della pasticceria di Jessica Balocco) che i bambini apprendono la pratica di impastare, e preparano tutti gli ingredienti necessari per guarnire la pizza.

Al fianco della produzione di formaggio, che man mano procede, c'è il laboratorio “Piccoli apicoltori”: è lo spazio dedicato a uno straordinario viaggio nel regno delle api, a cura di Alessandro Viglione, il quale propone “Salva le api”, il progetto che ha l'obiettivo di contrastare la desertificazione agricola e di tutelare gli impollinatori selvatici. Un'arnia didattica esposta, attraverso il vetro, permette ai bambini di avvicinarsi senza pericolo, né paura, e vedere l'ape regina e tutto l'alveare. Faranno un'altra esperienza gustativa: una fetta di pane spalmata di miele con il formaggio.

Mi aggiro nell'immenso cortile e sotto il porticato mi imbatto nel laboratorio “Verde prato”, è il gioco libero con i balocchi di legno delle Colline di Giuca, a cura di Renato Priolo. Egli è maestro di outdoor, l'educazione all'aria aperta, dove a Baldissero, con a disposizione un'intera collina, ospita tantissimi bambini per laboratori a diversi tematiche. Renato Priolo mi mostra una quantità esorbitante di giochi di legno, sono circa 150, che mette a disposizione dei bambini, affidando loro il compito di inventare un gioco. Si tratta di un'educazione al gioco creativo e assolutamente libero, che stimola l'intelligenza creativa, al contrario del gioco tecnologico, in cui il bambino è assolutamente passivo.

A questo proposito, interviene Marcella Brizio: "Mi fa piacere annunciare che sabato 11 novembre 2023, nell'Auditorium dell'Ospedale Ferrero di Verduno, si terrà il primo convegno sul outdoor, educazione all'aria aperta, organizzato dalla Asl Cuneo 2, dall'ospedale di Verduno e dal reparto di pediatria e neuropsichiatria infantile, dove saranno invitati genitori, formatori, maestre, direttori didattici, per comprendere il beneficio che traggono i bambini stando all'aria aperta".

"Ai bimbi fai sapere quanto è buono il cacio con le pere e non solo”, è il laboratorio degli assaggi, a cura di FruttaRey, che propone l'assaggio di quattro varietà di pere e, a fine pasto, di sperimentare la bontà del cacio insieme alla pera. Si può affermare che con Cheese, anche i bimbi dell'asilo di Sant'Antonino, abbiano consolidato, per il futuro, un patto di tutela per l'ambiente e per il buon cibo. Anche la generosa collaborazione dei numerosi volontari ha contribuito alla riuscita dell'evento. Cheese Bimbi, in collaborazione con Tesisquare di Roreto di Cherasco, è stato sponsorizzato da: Le colline di Giuca, parco didattico; Robiola Cherasco pura capra, latte crudo; Salva le Api; Frutta Rey; Pasticci'AMO; mS, macelleria Scaglia, Bra; La Quercia; EG Edoardo Galvagno; Technology & Innovation Space.

Fiorella Avalle Nemolis

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