CUNEO
IL MONDO DEI BAMBINI RACCONTATO ATTRAVERSO IL DISEGNO
GIULIA MATTALIA E DEBORA BESSONE - Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante Bisogna sempre spiegargliele le cose ai grandi!. Così Antoine De Saint-Exupéry nella sua opera più famosa, Il Piccolo Principe, descrive la difficoltà che un bambino incontra quando deve spiegare ad un adulto il senso del suo disegno.
Quando un bambino disegna, non sta mettendo sul foglio il mondo come esso realmente è, ma come egli lo percepisce: il bambino non disegna ciò che vede ma ciò che sa. Per quanto possono sembrarci bizzarri i disegni dei nostri bambini, non dobbiamo mai dimenticare che sono espressione della loro realtà interiore, di ciò che hanno sperimentato, vissuto, capito nel mondo che li circonda.
Non è infrequente quindi trovarsi di fronte a case disegnate ad altezza uomo, o con muri trasparenti che rivelano che cosa stanno facendo gli abitanti al loro interno, o ancora alberi così grandi da toccare il cielo o così piccoli da sembrare bonsai. Nella mente del bambino che ha fatto quel disegno tutto ciò ha un particolare significato, che rispecchia una parte del suo mondo interno, non comunicabile in altri modi.
Per il bambino il disegno è prima di tutto un momento ludico, un gioco, e tale deve rimanere. I disegni dei bambini non sono delle opere darte, ma quando un bambino disegna, il suo prodotto ha per lui la stessa funzione che ha unopera darte per lartista che la crea, ed egli impiega tutti gli strumenti che ha a sua disposizione per raggiungere il suo scopo.
Dietro il disegno di un bambino si cela dunque un mondo che chiede di essere visto e conosciuto. I primi tentativi di comunicazione del bambino dei propri stati interni sono infatti costituiti dal gioco e dai disegni: in questo modo il piccolo esprime con i mezzi a sua disposizione le sue paure, le sue gioie, e tutte quelle emozioni più o meno intense a cui ancora non sa attribuire un nome e un significato. Egli disegna per dare una forma concreta a ciò che sa e ciò che sente. Il compito di un adulto che vuole aiutare il piccolo a manifestare pienamente la sua creatività è quello di aiutarlo a comprendere ciò che ha disegnato. In che modo? Parlando con lui, facendosi spiegare e raccontare il suo disegno, aiutandolo a trovare le parole per narrarsi e narrare agli altri quello che ha cercato di esprimere attraverso i colori e le matite.
Dal momento che il disegno infantile può essere considerato come unespressione del mondo interno del bambino, esso viene usato dagli esperti per valutare lemotività e laffettività del piccolo umano. Ecco allora che vengono utilizzati test grafici che permettono di indagare alcuni aspetti della realtà del bambino che a parole non riuscirebbe ad esprimere. I più famosi e conosciuti sono ad esempio il test dellalbero, il test della famiglia, il test della casa, ecc. Lo psicologo ricorre a questi test cosiddetti carta e matita come ausilio per indagare la realtà interiore del suo piccolo paziente, difficile da indagare con le sole parole.
Si tratta di test proiettivi, quindi sottoposti allinterpretazione soggettiva dellesperto; come tali i risultati non sono generalizzabili a tutti i bambini, ma vanno collocati nel preciso contesto in cui il piccolo è inserito, tenendo conto della sua storia, del suo livello di sviluppo, del clima relazionale instaurato e di tutti quei fattori che rendono unico il disegno di ogni bambino. Spesso capita di vedere nei film dei professionisti che di fronte a disegni colorati di nero o rosso attribuiscono al bambino uno stato emozionale negativo; è bene ricordare che nella realtà le interpretazioni non vengono fatte in modo così diretto e superfluo, ma chiedendo al bambino di raccontare il suo significato,perché non sempre ciò cheper noi rappresenta la negatività (come il colore nero) lo è anche per un bambino.
Come dice Eduard Claparéde: Il disegno del bambino è un po della sua anima, un pezzo di anima che lui, nella sua innocenza e spontaneità, affida al mondo degli adulti. Spetta proprio a questi ultimi fare in modo che la sua creatività venga valorizzata, permettendogli, attraverso il suo disegno, di raccontarsi con parole che non riesce ad esprimere in altri modi.
Dott.sse Giulia Mattalia e Debora Bessone
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