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"Coconaje", le arachidi che nascono nei terreni della Granda occasione per un nuovo mercato?

CUNEO

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LUCIO ALCIATI - È quasi tempo della semina delle arachidi: le "Coconaje", nella storica parlata di Caraglio, in provincia di Cuneo. Già nel passato le arachidi sono state coltivate, seppur per breve tempo a motivo dell’importazione massiva e massiccia da altri paesi lontani (Stati Uniti, Cina), anche nei nostri terreni.

Se ne parla, anzi è documentato nella pubblicazione "L'arachide" di E. Belsani, compresa nell’opera "La chimica nell’industria, nell’agricoltura, nella biologia, nelle realizzazioni autarchiche e corporative", anno 1940. Ma, ancor prima, nella Esposizione Agraria-Industriale-Aristica della provincia di Cuneo del 1870. Pubblicazioni che ne esaltano la qualità.

Forse non tutti sanno che il piccolo fusto della pianta di arachidi, essiccato, veniva impiegato in sostituzione della liquirizia. Stesso gusto, ma, pare, meno ipertensivo. Particolarità interessante.
Di facile coltivazione e di breve ciclo vegetativo (5 mesi) , tanto da lasciar posto ad altre coltivazioni, prima e dopo, può veramente diventare un’ottima opportunità per la nostra agricoltura. Anche nella probabile prospettiva del marcato ridimensionamento dello scambio globalizzato delle merci a causa di questa tremenda crisi pandemica: creando spazio all’approvvigionamento del nostro mercato interno.

Ho rievocato la coltivazione nelle nostre terre e nei nostri ambienti con risultati molto incoraggianti da far ben sperare in un suo valido sviluppo economico: sia per il prodotto secco diretto, che per i suoi derivati (olio, burro). Con marcata qualità. Una vecchia alternativa per un nuovo mercato.

Lucio Alciati

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