MONTAGNA
ELISA AUDINO - Il Parco del Monviso, nato ufficialmente il 6 agosto scorso, si avvia a percorrere una delle fasi più delicate del processo che lo porterà operativamente a rappresentare alcune tra le più importanti aree paesaggistiche del Piemonte. Con la pubblicazione della Legge regionale n. 3 sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, sono stati non solo riorganizzati gli enti di gestione delle aree protette piemontesi (dodici in tutto), ma si è soprattutto, all'interno dell'ente che si occuperà della zona Monviso, istituito il nuovo parco. Nonostante le polemiche indirizzate in particolar modo alla straordinaria velocità con cui si è arrivati alla sua ratifica, a una certa mancanza di informazioni con i cittadini delle vallate considerate (in particolare la Val Varaita) e alle non nuove levate di voce delle associazioni venatorie e piccoli allevatori di montagna. (Foto di Patrizia Galliano)
Nei mesi scorsi e in particolar modo durante la serata-dibattito di presentazione del 18 marzo 2015 a Paesana, si era evidenziato come la scelta dell'organigramma - delle poltrone, per intenderci - avrebbe potuto fare la differenza, sia nell'approcciarsi con serietà come ente veramente rappresentativo e al di sopra degli interessi di parte sia per una necessaria esigenza di attuare politiche territoriali di lungo periodo e di impegnarsi concretamente nella formazione degli abitanti.
Siamo a quel momento ora, alle nomine ed è forse bene ricordare l'iter procedurale che dovrà portare a 'una governance allaltezza del simbolo che gli ha dato il nome, il Monviso', nelle parole di Paolo Allemano, consigliere regionale Pd e ex sindaco di Saluzzo, strenuo e forse primo sostenitore del Parco.
Il Presidente del Parco verrà 'nominato con decreto del presidente della Giunta regionale, tra candidati con comprovata competenza e rappresentatività territoriale, dintesa con le comunità delle aree protette. Verranno seguiti anche i criteri di incompatibilità e inconferibilità dellincarico, ragion per cui non potrà esserci un sindaco della comunità del Parco', ci dice Allemano. Chiarita l'intenzione di escludere dall'incarico i primi cittadini dei Comuni interessati, ma non le accezioni della competenza e la rappresentatività territoriale: a rigore, potrebbero rientrare nei termini sia una visione del territorio nel senso di 'cittadinanza' - che quindi lascerebbe propendere verso un curriculum di carattere più prettamente gestionale e/o politico - sia una visione dello stesso nel senso 'geografico e ambientale', che lascerebbe spazio a una preparazione più tecnica. O entrambe, cioè competenza territoriale e rappresentatività territoriale.
Lo stesso Allemano, a cui abbiamo chiesto di definire meglio questo punto, ammette che 'ognuno darà una valenza soggettiva ai due termini, non per nulla si è discusso mesi per equilibrare i poteri della giunta regionale e della comunità del parco'. I requisiti richiesti per il presidente non sarebbero insieme tecnici e politici 'nel senso che il ruolo squisitamente tecnico appartiene alla struttura dell' ente gestore e in particolare al direttore; il ruolo politico di indirizzo è proprio della comunità del parco; il presidente deve avere competenze unite a capacità di azione politica, intesa come capacità di ascolto e sintesi, buona comunicazione, autorevolezza, rappresentatività del territorio'.
A un direttore a cui verrà richiesta una preparazione specifica di carattere ambientale, sostanzialmente si dovrà affiancare un presidente la cui scelta ricadrà su quella figura che saprà mettere d'accordo Regione, comunità locali, associazioni e Amministrazioni.
Il bando per il primo presidente del Parco del Monviso verrà pubblicato entro fine settembre e, di fatto, 'una volta superata la fase istruttoria delle candidature, verrà coinvolta la comunità del Parco, che potrà inoltrare delle osservazioni sulla rosa di nomi. Nel caso non pervenissero osservazioni in merito, il presidente del Parco verrà nominato dufficio dal Presidente della Regione'.
Per quel che riguarda il Consiglio del Parco, verrà anch'esso nominato con decreto, ma i suoi membri saranno designati dalle comunità delle aree protette, d'accordo con le associazioni ambientaliste e le associazioni agricole nazionali. La procedura si concluderà il 1 gennaio 2016, a seguire, per garantire la rappresentanza delle associazioni di categoria e sempre in osservanza della L.r. 19/2015, si insedierà la consulta per la promozione del territorio.
Fondamentale, di conseguenza, saranno le osservazioni, sia in senso positivo sia in senso negativo, che verranno inviate dopo le prime candidature: eventuali silenzi vorranno significare depotenziare la portata del nuovo ente e, in sostanza, sprecarne l'investimento. Per contro, la nomina da parte della Regione di politici di vecchio corso o con poca attitudine per la materia potrebbe rivelarsi fatale per la futura condivisione del Parco.
Elisa Audino