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Che tristezza per la democrazia quest'America di Trump, assolto a prescindere perché repubblicano

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - La Costituzione degli Stati Uniti, che aveva inserito, tra le aspettative del popolo, anche il diritto alla felicità, appare alquanto carente per quanto riguarda le modalità da seguire per la messa in stato d'accusa del presidente. Probabilmente i padri costituenti non avevano immaginato che Trump avrebbe raggiunto la Casa Bianca. L'attuale occupante il supremo seggio democratico Usa, superato l'impeachement, tronfio come un gallo da combattimento, celebra la vittoria. Esulta come se fosse stata proclamata la sua innocenza in rapporto alle vicende per le quali era stato giudicato colpevole dalla Camera dei rappresentanti, che è la Camera bassa del congresso. Il Senato, che è la Camera alta del congresso, di formazione a grande maggioranza repubblicana, lo ha assolto a prescindere. Neppure è entrata nel merito delle documentate accuse, e delle numerose concordi testimonianze. Ha anzitutto rifiutato di sentire testimoni determinanti per l'accusa, che solo nei giorni precedenti avevano accettato di testimoniare. Quindi, con votazione bulgara lo ha prosciolto. Innocente perché repubblicano. Non perché le accuse siano state valutate e ritenute infondate. Ora vuole cancellare - come mai fosse avvenuta - la documentazione della procedura.

Coloro che redigettero la Costituzione statunitense avevano nutrito fiducia nelle qualità morali dei futuri presidenti. Le pressioni indebite di Trump sul presidente ucraino per obbligarlo ad indagare nei confronti di un suo avversario politico e del di lui figlio, appaiono inconcepibili anche ad un seguace disinvolto del Machiavelli. Subordinare gli aiuti americani all'Ucraina alla apertura di procedimenti penali contro i propri avversari politici è quasi di incredibile comprensione per gli studiosi di politica ed anche di storia e per gli americani. Scampato il pericolo, ecco arrivare la "vendetta" contro coloro - si noti bene - che avevano testimoniato contro di lui, ma non per aver mentito: perché avevano detto la verità e questa era risultata negativa per il presidente. Vendetta, quindi, contro chi aveva avuto il coraggio e la determinazione di riferire quanto era a propria conoscenza.

Siamo allo stesso livello della Cina, che aveva punito il medico eroe che per primo aveva scoperto il coronavirus. Non si deve dimenticare il detto: "beato quel popolo che non ha bisogno di eroi". La Cina di oggi ne ha molto bisogno, perché il totalitarismo anche se mascherato da un simulacro di democrazia, fa sempre paura. Fascismo, comunismo, totalitarismo, marxismo, talvolta socialismo, hanno in comune la propensione per l'uomo solo al comando, in forma individuale oppure collettiva. Quasi sempre collegi simulati, dove comanda uno solo, come quei pieni poteri da noi alcuni mesi fa chiesti dal Capitano, forse dopo qualche libagione di troppo. Non si può più indicare l'America come la più grande democrazia del mondo, quando è guidata di fatto da un uomo vendicativo e non rispettoso di chi non si trova con lui in sintonia. Ha cacciato tutti quelli che si sono opposti alla sua volontà, anche se ne avevano tutte le ragioni. Trattandosi di consulenti da lui chiamati, lo poteva fare, pur se non erano da cacciare, avendo espresso il loro pensiero con lealtà ed onore. Per quanto riguarda coloro che esercitavano pubbliche funzioni, li ha cacciati o trasferiti senza un regolare processo amministrativo, in forza del potere presidenziale esercitato in modo assoluto. L'America, con un simile presidente - che probabilmente verrà rieletto - non è più quella di romanzieri, registi, commediografi, che ne hanno decantato la generosità, l'accoglienza, la tutela dei diritti, la libertà e l'iniziativa economica.

Pochissimi vanno a votare - e sono sempre meno - fatta eccezione per le presidenziali, precedute da macchinose cerimonie e manifestazioni, dal costo stratosferico. Solo con Nixon, dimessosi dopo l'accertamento di reato, il presidente era caduto in basso, disorientando gli elettori: tutti. L'ipotizzato impeachement di Clinton era a luci rosse, con il vestito conservato dalla stagista a prova di spermatozoi presidenziali. Ma Clinton rischiò di cadere non per la performance inopportuna, ma per aver mentito al popolo americano. Anche nei processi si deve dire la verità al giudice. Dal comportamento sotto questo profilo la giuria deduce la personalità del reo, ovviamente in presenza di prove determinanti.

Trump ci appare un po' come Erdogan, che ha fatto piazza pulita degli avversari: dai netturbini ai giudici, ai docenti, ai militari, ai funzionari pubblici, ai giornalisti, agli artisti. Ai loro posti ha collocato fedelissimi per riportare in vita il califfato ottomano.

Piercarlo Barale

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