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CEVA/ Il Comune ringrazia Silvio Amerio, per oltre 40 anni vigile del fuoco in prima linea

MONDOVì

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SERGIO RIZZO - Il Comune di Ceva ha pubblicamente ringraziato l’uomo che da sempre rappresenta per la città il volontario per eccellenza: Silvio Amerio, vigile del fuoco per oltre quarant’anni e da sempre in prima linea per aiutare gli altri. “Per i tanti anni di servizio svolto presso il Distaccamento vigili del fuoco volontari di Ceva, vissuti con professionalità, dedizione ed umanità a favore della nostra comunità e dell’intero territorio”, così recita la targa che il sindaco Vincenzo Bezzone - a nome di tutta l’Amministrazione - ha consegnato ad un Silvio Amerio commosso e sorridente, in una sala dl Consiglio gremita di persone, con le quali Silvio ha condiviso il suo percorso di volontario e anche tante giovani leve che in lui vedono un esempio da seguire.

“È con gratitudine e stima che consegno questa targa a Silvio, punto di riferimento della nostra comunità per la sua grande disponibilità verso gli altri e verso la sua città – ha sottolineato il sindaco Bezzone – Con lui Ceva ha affrontato i momenti più brutti delle alluvioni e anche i più spensierati, durante gli eventi più importanti. Attraverso di lui vogliamo ringraziare tutti i volontari che quotidianamente si spendono sul nostro territorio. Abbiamo lavorato molto insieme, sempre con grande professionalità e grazie a un’organizzazione impeccabile tra voi associazioni e noi dell’Amministrazione. Una collaborazione concreta, che ha dato i suoi frutti. Spero, che molti giovani vedano Silvio come un esempio da seguire”.

“La città di Ceva ti deve molto – ha detto ad Amerio il vicesindaco Lorenzo Alliani – e molto deve anche alle donne e agli uomini che fanno parte delle associazioni di volontariato, che a Ceva sono 42. Volontari che forniscono un’opera e un servizio fondamentali alla comunità, che sarebbe difficile se non impossibile, realizzare senza la fantastica macchina del volontariato”.

“Sono stato fortunato a fare il vigile del fuoco, attraverso il quale ho portato avanti la mia missione personale, ossia quella di aiutare gli altri”, ha detto Silvio Amerio, trattenendo a stento la commozione. “E che dovevo aiutare gli altri l’ho capito molto presto, a soli 15 anni: era il 5 ottobre del 1960 e mio fratello Gianni che allora aveva tre anni, giocando vicino a casa cadde in un pozzo. Quando ho sentito le grida disperate di mia mamma e ho capito cosa era accaduto, senza neppure pensarci un attimo mi sono buttato nel pozzo dove il mio fratellino stava cercando di rimanere a galla. La mia fortuna è stata una canalina di ferro attaccata alla parete del pozzo, alla quale mi sono aggrappato con lui in braccio. Poi con molta difficoltà e una forza che a quell’età non credevo di avere, mi sono arrampicato su una scala che mia mamma aveva calato nel pozzo. Ogni scalino era una fatica immensa, ma anche una grande gioia perché era un passo in più verso la salvezza”.

“Sono molto onorato di aver ricevuto questa targa. Non so come ringraziarvi”, ha concluso Silvio Amerio. “Ci hai già ringraziato con tutto quello che hai fatto per la tua, la nostra città” ha risposto Bezzone.

Sergio Rizzo

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