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Cerco chi si ricorda ancora dei nostri pugili nell'Alba degli Anni 50

ALBA

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BRUNO MURIALDO - Negli Anni Cinquanta Alba aveva il suo  “Madison Square Garden”, una scuola di pugilato nei locali del vecchio cinema Corino a due Passi dall’ atelier del maestro farmacista Gallizio.

I pugili: tutti nostrani, si allenavano  nella sala degli specchi, convinti di diventare dei campioni della  boxe nazionale, erano molti  gli Albesi che frequentavano il club, alcuni molto bravi e altri meno, tra i tanti  anche  “Giaco dla soma” famoso per i suoi scherzi spesso a spese di ingenui e sprovveduti abitanti delle Langhe.

Lo chiamavano il Carnera per la sua altezza sproporzionata .Facevano parte del gruppo anche Aria detto Panettone, Porello detto carciofo e  Il conte per la tuta che indossava e che diceva di avere ricevuto direttamente da Buckingam Palace.

Il salone per gli allenamenti era lo stesso dove si combattevano le gare. Soltanto nel periodo estivo i combattimenti si svolgevano all’esterno della palestra della Maddalena, arrivavano da Asti, da Torino e da tutta la Langa per assistere ai combattimenti.

Durante gli allenamenti  si pretendeva rigore, ma purtroppo c’era sempre qualcuno che non stava alle regole. In  quel caso ci pensava l’allenatore a rimettere le cose a posto a suon di “schiaffoni”. Da quella scuola non sono mai usciti dei  grandi pugili, ma la convinzione c’era eccome tanto da acclamare in pubblico che la tal sera avrebbe combattuto il campione d’Italia contro il campionissimo del mondo. Era una delle tante bufale che serviva a richiamare gente da tutte la parti.

Il saldatore era quello che a muso duro teneva testa a Gildo detto il Bello, più per la brillantina che si versava in testa che per l’avvenenza. Giaco dla Soma, il furbone, era anche spiritoso,  al punto da desiderare di organizzare un’olimpiade.  Lo raccontava a tutti ma nessuno ci credeva. In quel tempo  i pugili godevano di una certa stima da parte della gente, ma tutti sapevano che da quella scuola non sarebbe mai uscito nessun campione.

La boxe  nell’Albese non ha mai varcato la soglia  della popolarità  e non ha mai fatto notizia.  Fenoglio non ha mai raccontato di personaggi da pugilato e nemmeno altri scrittori hanno mai accennato a uno sport alternativo al pallone elastico o al ciclismo. Quel sottoscala del cinema Corino un po’  fumoso dove si pensava all’America e al  blues mi è stato raccontato da uno dei protagonisti .

Ne cerco altri disposti a testimoniare  quella dimensione della realtà dove l’immaginazione e la matita trovano difficoltà ad arrivare.    

Bruno Murialdo

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