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Caraglio: quelle gustose risole che addolciscono il Carnevale "muto" del Covid

CUNEO

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LUCIO ALCIATI - Comunque è carnevale; in questi fiacchi giorni di metà febbraio dell’anno del Signore 2021.

Anche se è un carnevale muto. Necessariamente muto.

Tuttavia viviamolo. Non lasciamolo cadere nella quotidianità, come se niente fosse.

Gustiamo almeno l’appagante sapore dei suoi tradizionali dolci.

In particolare le conosciute bugie.

Chiamate così perché, secondo alcuni, si presentano belle gonfie e attraenti, ma vuote. Ingannatrici.

Qua, in terra cuneese vengono chiamate risole. Non so se da altre parti in Piemonte.

Pare che il nome “risole” deriverebbe da risuole ovvero da quelle pezze di cuoio che servivano, ai ciabattini, per risuolare le scarpe.  Ed effettivamente la forma dei ritagli di pasta destinati alla cottura per la produzione delle risole richiamano le suddette pezze.

Da racconti raccontati pare anche che questa definizione sia di origine caragliese .

È solo una narrazione, come molte leggende legate alla storia gastronomica. Pensate, ad esempio, al panettone, al torrone ecc.. Anche se è documentato che a Caraglio, ad inizio del 1900, operavano ben 14 calzolai: un fulcro di abilità artigianale. 

A questo punto propongo, in merito, una vecchia ricetta locale, di famiglia. Facile da eseguire, legandola ancor di più al territorio caragliese inserendo negli ingredienti il buon Söfran - zafferano di Caraglio e Valle Grana, come suadente aroma e apportatore di un affascinante colore solare, positivo.

Richiamando dunque, nel suo nome, tale prezioso elemento definendole Risöle anziché Risole, adottando la ö comune.

Uno storico e identitario errore ortografico piemontese, legato alla storia culturale di questo paese.

La Ricetta:

Risöle – le bugie di Caraglio

500 grammi di farina 

50 grammi di zucchero

50 grammi di burro

Un pizzico di zafferano di Caraglio reso in polvere fine.

3 uova intere

Un bicchiere di vino bianco

Una bustina di vanillina pura

Una bustina di lievito “Bertolini”

Abbondante olio di arachidi per friggere.

Nel burro messo a sciogliere a fuoco moderatissimo miscelato lo zafferano reso in polvere ,  fino a che il tutto prenda un cangiante colore solare.

Nella farina che avrete versato a fontana su una spianatoia   formate un cratere, aggiungete :  le uova, il burro fuso, il lievito, la bustina di vanillina, lo zucchero e il vino bianco dopo che con questo avrete risciacquato il contenitore del burro fuso per raccoglierne i rimasugli.

Impastate il tutto , formate una palla con l’impasto ottenuto e lasciatela riposare 20 minuti.

Dopodiché spianatela formando dei fogli da cui ricaverete delle losanghe di pasta.

Friggetele in olio abbondante 

Deponete le risöle su carta assorbente e cospargete con zucchero a velo.

Se invece non avete tempo ne voglia di cucinare allora potete acquistarle presso la nota panetteria – pasticceria Milone di Caraglio – via Cesare Battisti 7 a Caraglio. Naturalmente disponibili fino a martedì grasso – 16 febbraio.

Lucio Alciati

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