BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Inizia presto la giornata di Monika Caracuda, la direttrice della Casa Mario Francone di via Umberto di Bra, in provincia di Cuneo. La incontro alle 7,30, è una donna molto giovane. Di bell'aspetto, sorridente, affabile, ma determinata.
“E' singolare l'iniziativa del book crossing (poso un libro e ne prendo un altro in prestito) in una struttura privata accreditata.”
“L'ho richiesta io. E' vero, si tratta di una residenza sanitaria vissuta da anziani, però frequentata da persone di tutte le età. Ho aderito perché viviamo e lavoriamo nel contesto territoriale del Comune di Bra, quindi, all'interno di una comunità. E desideriamo farne parte attiva. Lo scopo è, si, di offrire lo scambio di libri tra parenti o amici degli ospiti, ma, anche, di aprire le porte a chi non è solito frequentare strutture come la nostra.”
“Quindi c'è reticenza nel relazionarsi con l'anziano”.
“Si, certo. Lo deduco dalla reazione nelle persone quando parlo del mio ambiente lavoro. C'è ritrosia nell'avvicinarsi alle strutture per anziani. E' una realtà sconosciuta al di fuori. E' per incoraggiare le persone a prendere contatto con questo mondo. Perché no? Magari, anche col book crossing, che è comunque un progetto di sinergia nel territorio”.
“Da quando è attivo?”
“E' un mese appena. Ho già notato un po' di movimento tra gli scaffali. Enrico Sunda, il braidese che ne è il fondatore, ed è anche amministratore della pagina “Bra. Di tutto di più”, ci ha fornito dei libri. Stiamo raccogliendone anche noi, con un'attenzione particolare verso gli argomenti che trattino di benessere, serenità, rassicurazione.”
Una curiosa particolarità di Monika è il saluto che rivolge alle signore ospiti: “Buongiorno principessa!”
“Mi ispiro al film di Begnini: “La vita è bella”. - Spiega - perché in un contesto difficile, il bello, il gioioso, aiutano. Comunque da noi la prevalenza è al femminile, sia tra gli ospiti che tra il personale. Abbiamo contagiato un po' tutti. E' un piacere sentire la signora novantenne salutare la sua compagna di stanza con: “Buongiorno principessa!”
“Come vi rapportate con le persone della casa?”
“Come loro preferiscono. Ci rivolgiamo sempre dando loro del lei. E' una forma di rispetto, anche se ci chiedono di dare loro del tu. Non li consideriamo pazienti, e nemmeno ospiti. Gli ospiti siamo noi. Sono loro a vivere nella casa. Noi entriamo al mattino e usciamo la sera. E' assolutamente abolito il termine nonnina o nonnino! Bisogna dare loro dignità e stima in se stessi!”
“Dove ha acquisito la sua formazione lavorativa?”
“Sempre in strutture, anche all'estero. In Romania, (sono per metà rumena e per metà ungherese) ho avuto una bella esperienza di start up, partecipando all'avviamento di una struttura. Però dal punto di vista lavorativo, professionale, mi sono formata in Italia, dove mi sono trasferita da tempo.
“Qual'è il suo metodo per gestire?”
“Forse sono troppo esigente: mi pongo come utente, come parente dell'utente, e come manager gestionale.”
“Quanti sono gli ospiti?”
“Sono sessanta. Suddivisi su tre piani, tre nuclei di 20 presone ciascuno. A quelli totalmente autosufficienti, offriamo un servizio prettamente alberghiero, di vita sociale. Fino a persone in condizioni veramente compromesse, definite come alta intensità. Gestiamo diversi disturbi, però compatibili con la vita comunitaria. La nostra è' una struttura aperta, dove ci si può aggirare in maniera molto fluida. Niente porte blindate o accessi vigilati.”
“Come si organizza con il personale?”
“Al mattino ci si ritrova per il punto della situazione, con la signora Stefania, la responsabile dell'amministrazione, con il coordinatore infermieristico, più quello assistenziale, se è di turno, e con il direttore sanitario. Si parte con il riassunto del giorno prima, poi si passa all'organizzazione della giornata, e alla soluzione delle problematiche. Insomma c'è, tra tutti, totale collaborazione per perseguire l'obiettivo comune: il benessere degli ospiti. E' una sintonia che, lavorando fianco a fianco, da un senso di unità, di sicurezza.”
“La responsabilità della vostra professione?”
“E' la gestione di situazioni di rischio. Ecco perché è necessario personale qualificato. Servono molte risorse per il benessere degli ospiti. Per questo mi avvalgo anche di collaborazioni esterne, come il centro “Olistik” di Andrea De Matteis, che ha sede in via Montello a Bra, al quale metto a disposizione spazi, e una certa visibilità, in cambio di prestazioni qualificate per il benessere ai nostri ospiti.”
“Un esempio?”
“Tra le attività: yoga, ginnastica dolce posturale, in aggiunta a quella del nostro fisioterapista. Però, anche le persone esterne alla struttura possono parteciparvi. Ed ecco che si fonde la comunità della struttura con quella del territorio. A queste attività ho aggiunto anche l'angolo del book crossing, per raggiungere il mio intento: lo scambio di relazione con persone di fuori e di tutte le età. Così l'anziano non si sente isolato, tagliato fuori. Mentre l'esterno familiarizza con le persone di età avanzata, che hanno ancora tanto da dare. Due mondi che sono troppo distanti. Quindi, un'apertura non solo a parenti, ma a gente del rione, a conoscenti. Un ulteriore mezzo per socializzare attraverso lo yoga, la ginnastica, lo scambio di libri. E non solo, con il partecipare alla messa, come al pranzo di Natale, a fare festa, dai compleanni a tutte le diverse ricorrenze durante l'anno. Tanto intrattenimento, tante coccole. Tutto concorre alla socializzazione con la comunità del territorio".
La signora Monika mi conduce nel salone, ampio e accogliente. Mi mostra “l'angolo dei ricordi”, una vetrinetta in bella vista con tanti oggetti che erano in casa di ognuno degli ospiti. Un tenero legame col passato.”
“Come considera il suo lavoro?”
“E' un lavoro di responsabilità, etica, morale personale. Per cui si risponde anche legalmente con la responsabilità civile e penale. E' fondamentale raggiungere un equilibrio per farvi fronte.”
“Una soddisfazione particolare?”
“Oltre l'affetto che gli anziani ci ricambiano, è il risvegliare in loro l'interesse per la vita. Cogliere nei loro occhi l'entusiasmo, la voglia di alzarsi al mattino. Una conferma della qualità di vita ricevuta, da chi comunque, ti deve qualcosa. Perché tutti quanti dobbiamo qualcosa agli anziani. E' un gran piacere, quando la signora Rosa, un'ospite estroversa e piena di energia, al mattino appena mi vede mi chiede il programma della giornata”.
Obbiettivi, progetti, la vita che continua!
Fiorella Avalle Nemolis