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Alla fin fine per domare questi incendi paghiamo tutti (e tutto) noi contribuenti fiscali

MONTAGNA

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PIERCARLO BARALE - Spettano alla Regione le competenze e le responsabilità per la prevenzione e la gestione degli incendi boschivi. Quando l'incendio è di particolare estensione e non raggiungibile con i mezzi regionali, interviene - come concorrente nell'azione - lo Stato. Vengono messi a disposizione Canadair ed elicotteri dell'Esercito. Questi mezzi sono stati richiesti ed immediatamente forniti non appena sono apparse la gravità e l'estensione dei roghi, nell'intero Piemonte.

Brucia anche la Valle di Susa, dalla quale è giunto il vento che ha ripulito in parte l'atmosfera Torinese, ma ha alimentato incendi, dolosi o meno, sulla montagne piemontesi. Bruciano i boschi No-Tav - Mompantero compresa - dove ancora sono ben visibili le scritte antistato e dove si celebra la data del 31 ottobre 2005, quando le forze dell'ordine furono respinte in una vera e propria battaglia.

Allora, come in tutto il periodo "caldo" della contrapposizione No-Tav/Stato toccò a quest'ultimo spegnere le fiamme appiccate a più riprese al cantiere del traforo, ai macchinari e ai veicoli, con il taglio delle recinzioni ed il lancio di bombe carta. Lo Stato in funzione di difensore dell'Alta Velocità, decisa in sede europea e frutto di accordo con la Francia, tutelò e tutela ancor oggi l'integrità dei cantieri, al fine di consentire la realizzazione dell'opera. A tale scopo vennero dislocate unità interforze in assetto antiguerriglia con un costo, ad oggi, di decine di milioni di euro per la permanenza di militari, mezzi e vettovagliamenti.

Ora tocca ancora allo Stato, in collaborazione con la Regione, spegnere gli incendi di quegli stessi boschi, a suo tempo oggetto, in corrispondenza dei cantieri, degli attacchi No-Tav. Singolare situazione. Lo Stato, considerato nemico da combattere, appare ora il salvatore di boschi, fabbricati ed anche persone. Tutti minacciati da incendi di vasta estensione ed eccezionale intensità, aggravati da scoppi frequenti ed imprevedibili di bombe, granate e pallottole, ricordi dell'ultima guerra mondiale e della lotta partigiana.

Il nemico della valle, invasore sgradito a tutela dei cantieri, ora, con elicotteri dell'esercito e Canadair, interviene per spegnere i fuochi alimentati dal vento caldo ed ostinato, che, attraverso la Valle, incendia l'intero Piemonte. L'intervento dello Stato, respinto nella battaglia del 31 ottobre 2005 dai No-Tav, ora è stato invocato a gran voce dalla popolazione. Ha dato, come risultato, l'invio di sette Canadair e due elicotteri dell'esercito, che hanno lavorato ininterrottamente con i vigili del fuoco, le forze dell'ordine ed i volontari.

Una valle intera si era ribellata allo Stato, sostenendo che l'Alta Velocità, comportante il tunnel, costituiva uno sfregio al territorio ed una oppressione fra i residenti. La zona dei lavori ha dovuto essere militarizzata, come lo è tutt'oggi, mentre Italia e Francia, con i rispettivi Parlamenti, hanno sottoscritto l'accordo definitivo. Alcuni partiti politici hanno abbracciato la causa dei No-Tav, mentre altri hanno blandito i valligiani, illudendoli che avrebbero impedito sia l'accordo che il completamento dell'opera.

Qualche partito, con una linea tutta "italiana", ha sostenuto sia il blocco dei lavori che l'esecuzione degli stessi, con una coerenza da Pulcinella. Pare finita l'illusione dei valligiani; che si sentivano oppressi dallo Stato, con un nucleo duro di quasi irriducibili. Lottare contro lo Stato pare abbia un fascino particolare, quasi nobiliti e faccia assurgere a patrioti - valligiani, se non ad eroi, costoro, che si dichiarano difensori della valle e della integrità del territorio.

Ora è stato necessario chiamare in aiuto proprio quello Stato, che è stato considerato nemico, e che sarebbe stato sconfitto secondo la leggenda No-Tav. Nessuno risarcirà lo Stato per le maggiori spese per l'opera, conseguenti agli attacchi ai cantieri, alla sorveglianza costante per tutti gli anni - fino ad oggi - al fine di proteggere lavoratori, macchinari e realizzare l'opera. Pagheremo tutti insieme, noi, Pantaloni italiani consueti e pazienti, così come succede sempre.

Per le attuali operazioni antincendio pagheranno Regione Piemonte e Stato, cioè sempre tutti noi, ovviamente compresi i No-Tav, anch'essi contribuenti fiscali. Fanno pur parte della comunità nazionale, anche se combattono lo Stato, che difende i loro boschi e i loro fabbricati dalle fiamme.

Piercarlo Barale

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