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Bra: quei ragazzi che a teatroterapia "hanno potuto sintonizzarsi sul Tg che vorrebbero"

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - A Bra, in provincia di Cuneo, un'accattivante spettacolo teatrale dal titolo "Il Tg che vorrei”. A rappresentarlo, al teatro di San Giovanni, un gruppo di ragazzi dell'associazione Sportiamo, seguiti da Stefania Giubergia per il corso di Teatroterapia.

Nella sala affollata, un gruppo di attori seduti tra il pubblico in prima fila accendono il televisore che è di fronte a loro e, in contemporanea, si alza il sipario e sul video, che è il palco stesso, appare un presentatore che legge il telegiornale.

Il ragazzo si esprime correttamente, ma trapela la sua agitazione nel cercare lo sguardo rassicurante della sua insegnante di Teatroterapia Stefania Giubergia, che è seduta in prima fila. C'è trepidazione in sala: i genitori dei ragazzi seguono lo svolgersi dello spettacolo e sussultano di gioia quando in scena c'è il proprio figlio.

E' un atmosfera doppiamente emozionante. Durante il telegiornale va in onda un reportage che riprende un episodio di bullismo. Per i ragazzi è insopportabile vedere tanta violenza. Ogni santo giorno! Così spengono e con un telecomando magico, quello dei loro desideri, si sintonizzano sul Tg che vorrebbero vedere.

Da spettatori diventano protagonisti, salgono sul palco e rappresentano degli sketch dove impersonano un mondo di gentilezza e di allegria. Il giornalista della tv presenta alcuni servizi: un'esaltante concerto di una star di cui sono fans, una performance di campioni di ballo e, infine, sfilano nelle vesti di campioni dello sport - alcuni di loro lo sono davvero nella vita.

Così assaporano la voglia di stare insieme, con allegria, leggerezza, come sarebbe giusto in un mondo migliore. Applausi, applausi e tanta soddisfazione dei teatranti, dei genitori e ancora di più dell'insegnante Stefania Giubergia.

“Stefania, cos’è il percorso di teatroterapia?”

"La teatroterapia per persone con disabilità si concentra sull’aspetto emozionale e formativo, non si focalizza sulla tecnica teatrale, ma sul processo della rappresentazione nella sua accezione più profonda di "ri-presentare"-"ri-portare a presenza".

“In che modo si concretizza?”

"Si allenano i ragazzi con esercizi sul corpo, sul movimento, sull'intonazione della voce. Li si esercita all'ascolto dei suoni. Quindi, si soffermano sulla percezione della natura e dei movimenti del proprio corpo".

“Con questi esercizi a cosa si mira?”

“Lo scopo è di sviluppare e potenziare le abilità espressive e creative di ognuno. Il teatro aumenta l’autostima e la conoscenza di sé, fa scoprire i propri limiti e le proprie capacità. Favorisce la collaborazione di gruppo, ma soprattutto è uno spazio protetto, dove, senza pregiudizi, sono liberi di aprirsi e mettersi in gioco".

“Su che emozioni lavorate con i ragazzi?”

“Su rabbia, tristezza, paura, gioia, amore, attraverso il movimento del corpo, l'nflessione della voce e anche con il disegno, la musica, la danza e la scrittura creativa".

“Tanto lavoro e tanta passione per te, Stefania, che ti adoperi per loro!”

“Certo non è semplice. Vorrei renderli protagonisti, attori principali della loro creatività. Comunque è sorprendente ciò che questi ragazzi sono riusciti a fare, mossi dalla grande voglia, credo più inconscia, che loro ci sono e che ci sanno fare".

"Desidero ringraziare l'associazione Sportiamo, che ha creduto e sostenuto il progetto, le famiglie di questi ragazzi e ragazze e anche Alessia Porro e Donatella Sais, che collaborano con me. Ma il ringraziamento più grande va a loro, i protagonisti, i meravigliosi ragazzi che mi sono arrivati dritti al cuore. Mi hanno insegnato cos’è l’amore, quello incondizionato!”.

Fiorella Avalle Nemolis

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