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Bra: il denaro di Pinocchio e il nostro, l'economia spiegata ai bambini

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Capire l'economia è anche capire il mondo. Di qui, nasce la passione di Margherita Testa: l'abc, i fondamenti dell'economia attraverso un linguaggio semplice.

Ho tra le mani il libro: “Il denaro di Pinocchio e il nostro. Sussidiario di economia per insegnanti coraggiosi e alunni curiosi.”, e di fronte a me c'è Margherita Testa che ne è l'autrice.

La copertina del libro, su sfondo verde, colore della speranza, rappresenta il disegno di Pinocchio semina gli zecchini, che è il murale a Vernante (Cuneo) di Carletto Bruno e Meo Cavallera, da disegno di Attilio Mussino.
La scena di Pinocchio che, chino sotterra le monete con il Gatto e la Volpe che assistono, è già un buon inizio.

Ma cos'è questo libro? Una favola o un trattato di economia?
Che c'entrano i due imbroglioni che si presentano a Pinocchio come brave persone e invece lo derubano con l'inganno? C'entrano eccome!

E' una fiaba per tutti i tempi. Il Gatto e la Volpe sono figure che incontriamo anche oggi. I fatti di cronaca ne sono l'esempio. Potremmo incontrarli e non solo nel campo finanziario.

Due parole sull'autrice: Margherita Testa è nata e vive a Bra. E' stata insegnante di Lettere e dirigente nella Scuola secondaria superiore; si è sempre impegnata nella sperimetazione didattica e nella formazione dei docenti e dirigenti scolastici.

Ha fatto parte per un decennio della Magistratura onoraria alla Corte d'Appello, sezione minori, di Torino.
Da alcuni anni si occupa di educazione economica nella scuola dell'obbligo.

E' una signora minuta, viso dolce, lineamenti regolari. Ed è sempre sorridente.
Carisma non da poco. Abile oratrice, incanta con un tono di voce musicale: giusta melodia, giuste pause.

Ma, il suo aspetto non deve ingannare: è molto determinata. Non si arrende mai. Sempre alla ricerca di nuove sfide. Quindi, non sorprende che da letterata si sia lanciata nel mondo astruso dell'economia, così tanto, da approfondire, apprendere e a sua volta divulgare. Il libro è alla sua seconda edizione del Novembre 2017, riveduta e aggiornata.

“Com'è nata l'idea di questo libro?” “L'idea di trattare di economia, argomento carente sia nella scuola che nella vita di tutti i giorni, è nata dalle conversazioni con gli insegnanti e gli alunni.

Mi è venuto istintivo, naturale, cercare aiuto nelle emozioni che può suscitare la letteratura. Ho preso spunto da un classico di Collodi, con il simpatico burattino Pinocchio, e le sue avventure col denaro.

Mi sono sforzata di capire e fare capire, con un linguaggio semplice, ricco di immagini, con molti riferimenti concreti e, anche sostenendo i ragionamenti con le emozioni. Perchè le emozioni vengono dal cuore e fanno ricordare.

Inoltre il libro cartaceo, secondo me è insostituibile: richiede quel silenzio e quell'attenzione che sono fonte di riflessione, di ragionamento. E poi, anche di creatività. Come, c'è altrettanto bisogno di una scuola intelligente (smart), dove lo studio, l'apprendimento, sia accompagnato da un'insegnante, e non sia solo in forma ludica e digitale.

“Margherita, perchè questo interesse per l'economia?” “L'economia ci tocca da vicino, grandi e piccini. Oggi, dopo circa 13millenni, dalla sua nascita, avvenuta con la scoperta del risparmio (dei semi) e quindi dell'agricoltura, l'economia è diventata molto complessa.

Siamo giunti, forse, ormai al limite dello sfruttamento delle risorse e della dimensione dei rifiuti. Non per nulla c'è una necessità di economia circolare, ossia, del recupero, di una economia della condivisione, quindi ad evitare lo spreco.

Aumenta questa sensibilità, perchè per sopravvivere su questo pianeta, lo dobbiamo rispettare, custodire, senza egoismo, per lasciarlo alle prossime generazioni.

Non possiamo restare indifferenti: è necessario l'abc dell'economia e comprenderla, per fare scelte consapevoli e per contribuire a farla funzionare meglio.

Quindi, l'etica è necessaria anche in economia per la nostra sopravivenza su questo pianeta e in gran parte della nostra stessa felicità.”

“Quindi, c'è un legame tra economia e felicità?”
“Si, fino a un certo punto. Ovviamente, il ricco sta meglio del povero, ma non è automaticamente felice. La felicità non segue di pari passo l'aumento del reddito.

I beni sono importanti se ci fanno stare meglio, ma non sempre si trasformano in fioritura umana.
Non bastano per il nostro benessere, la felicità, è anche legata ai beni relazionali come l'amicizia, l'amore, la bellezza, la cultura, il senso della vita...

L'uomo non è solo essere economico: quindi fare solo il proprio interesse che può degenerare anche in avidità; ma, è anche essere sociale: la reciproca simpatia verso i simili, la fratellanza.

C'è l'esempio di Adam Smith, che nel '700 in Scozia fondò l'economia “Simpathy”, una forma nuova di economia, con un'apertura verso gli altri, questa socialità di cui noi adesso abbiamo un gran bisogno. Quindi, l'uomo per realizzarsi ha bisogno di reciprocità: riconoscere gli altri ed essere riconosciuto.

La cicala e la formica sbagliano entrambe, mancano di reciprocità, non sanno rivolgersi l'una all'altra per la parte mancante del proprio “io”: ognuno di noi ha bisogno dell'altro.

La felicità ha una natura anche paradossale: una vita può essere felice solo con e grazie agli altri, cioè facendo felici gli altri.

Per questo, c'è bisogno di una scuola capace di formare cittadini consapevoli, onesti, attivi e...felici.”
“Luomo è un essere altruista, premuroso, generoso, fiducioso, comunitario e amichevole.
Allo stesso tempo è il contrario di tutte queste virtù.

Quali farà prevalere e quali invece verranno soppresse, dipende dal mondo che lo circonda. (Muhammad Yunus, economista bengalese, fondatore della Grameen Bank, premio Nobel per la Pace 2006).

Solo dopo che l'ultimo albero sarà tagliato,
che l'ultimo fiume sarà avvelenato,
che l'ultimo pesce sarà stato catturato,
solo allora scoprirete che il denaro non si mangia.
(Pierre Rabhi, La sobrietà felice, 2010.)

Fiorella Avalle Nemolis

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