Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Bra: galeotto fu quell'abito dell'atelier Retrò Sposa, che celebra il suo trentennale

BRA

  • Foto
  • Foto
  • Foto
Condividi FB

FIORELLA AVALLE NEMOLIS - La braidese Gabriella Caudera, ex commerciante, sposata con Ezio Marchisio, fisioterapista, si racconta nelle vesti di cliente, per omaggiare il trentennale dell'Atelier Retrò Sposa.

“Mi capitava spesso di passare davanti al negozio Retrò Spose di Donatella Bay, nella centrale via Cavour di Bra, a pochi passi dal mio negozio col marchio “Naracamice”.

Gli occhi mi si incollavano a quella vetrina, tanto che la mia immagine riflessa, come per magia, si sovrapponeva ai manichini e prendeva il loro posto. Sognavo ad occhi aperti!

Così, giorno dopo, dopo giorno, nella mia fervida immaginazione accarezzavo il sogno di indossare uno di quei capolavori, nonostante, l'eventualità di un matrimonio, fosse allora alquanto remota.

Ho sempre ammirato Donatella Bay di Retrò per il suo buon gusto, come per l'ingegno e l'estro che rendono l'abito di ogni sposa esclusivo, adatto alla propria personalità.

“Allora, come si è realizzato il tuo sogno?”

"La folgorazione avvenne molto tempo dopo, quando vidi esposto in vetrina quel magnifico abito: una redingote in organza di seta, degradè dal bianco avorio, al rosa intenso. Il corpetto, che lasciava le spalle scoperte, era impreziosito sul davanti da un giro di rose in seta, alternate nei colori rosa pallido, rosa intenso, avorio e bianco. Una nuvola di grazia che guarnendo il decoltè, dava luce anche al viso.

Quel vestito doveva essere mio!

"Capisco, ma era nei tuoi progetti convolare a nozze?”

"Non proprio! Da sette anni vivevo una storia d’amore intensa e coinvolgente con il mio fidanzato Ezio Marchisio. Reduci entrambi da un matrimonio naufragato, volevamo andare cauti nel consolidare la nostra relazione, pur essendo molto innamorati. Così, fu il vestito a decidere!

“Scusa, per un nozze di solito sono gli sposi a decidere!”

"Hai ragione. Ti spiego come si sono svolti i fatti.

Era un meraviglioso giorno di primavera, quando nessuno poteva sapere del piano diabolico che avrei messo in atto.

Nessuno poteva sapere che entrando il quel negozio magico avrei indossato quel vestito così romantico!

E nessuno poteva sapere che a quella faccia, un po' da zingara, riflessa nello specchio, avrei giurato: “Mi sposerò quest'estate e indosserò proprio questa nuvola di seta e di fiori.”

"Va bene, ma come svelasti il tuo piano diabolico a Ezio?”

"Oh, credimi, convincere l’innamorato fu facile, un po’ meno rassicurare i miei genitori che erano un po’ scettici e temevano che il mio  fosse solamente un colpo di testa di cui mi sarei pentita.

L'estate era alle porte, l'ombrello sempre aperto, iniziò a piovere dai primi giorni di giugno, fino a quel fatidico giorno.

ll vestito rimase ben custodito nell'atelier Retrò, insieme alla borsetta bouquet rivestita con le rose uguali a quelle dell’abito e un paio di sandali color burro, tempestati di piccole roselline di perle avorio.

“Perchè non te lo portarsti a casa? Sarebbero passati mesi fino al giorno delle nozze.”

"Che bisogno c'era di portarlo a casa, quando avrei potuto indossarlo direttamente in negozio, con la supervisione di Donatella e poi avviarmi calzata e vestita, ma soprattutto raggiante verso il comune di Bra?

Così, giunse l'indimenticabile alba del 29 giugno 2002, con un cielo terso e il sole che dopo tanta pioggia si era preso la rivincita.

“Come ti sei risvegliata quel giorno?”

"Mi alzai presto e mi preparai come un giorno qualsiasi: doccia, shampoo, solo una asciugatura veloce, non c'era bisogno di messimpiega con la mia criniera di ricci e un trucco leggero, a dare colore bastava l’abbronzatura!"

“Quindi, quella mattina sei sbucata fuori dal negozio Retrò, vestita da sposa, senza che nessuno lo sapesse. E poi?”

“E poi, incoraggiata da Donatella “Sei bellissima” mi disse, quasi spingendomi fuori dal negozio, mi avviai a piedi in via Cavour affollatissima perchè era di sabato.

Mi tremavano un po' le gambe per l'emozione, ma con il sorriso stampato sulla bocca, procedevo tra la folla e con la mano timidamente salutavo le persone che, sedute nei dehors, mi guardavano passare stupite ed incuriosite.”

"Ma come, tutta sola soletta?”

"Avevo affianco Cristina, la mia dolcissima figlia, che sorridendo e fiera della sua mamma, mi scortò tra la folla.”

“E il tuo negozio? Ovviamente, chiuso all'insaputa di tutti.”

“Il giorno prima avevo affisso un cartello sulla porta: “Chiuso per matrimonio, il mio.”

“Qualche episodio indimenticabile?”

"Nel trambusto mi sorprese un gruppetto di signore che festose, con in testa la mia parrucchiera di fiducia Pinuccia, lanciavano petali di rose al mio passaggio.

La cosa buffa è che le signore erano le sue clienti, che pur di vedermi, erano uscite dal negozio anche con i bigodini in testa!

"Insomma il tuo piano diabolico era riuscito perfettamente!”

"Sì, però mentre io mi sentivo una principessa che stava vivendo la sua favola, realizzando il suo sogno d'amore, il principe consorte, Ezio, si aggirava disperato in casa alla ricerca del suo abito da sposo, l'avevo messo al suo posto: nell'armadio.

La frenetica caccia al tesoro ebbe fine grazie a mia mamma, che con la logica di noi donne, lo tirò fuori dall'armadio e si curò di stirare i pantaloni ridotti ormai a fisarmonica.”

"La cerimonia come si svolse?”

“In modo semplice, ma commovente, e indimenticabile, attorniata dai parenti e dagli amici più cari, si svolse in Comune, officiata dalla sindaca Bruna Sibille con la mia bimba un po' cresciuta, come testimone.

Sono passati un po’ di anni, il vestito che mi portò fortuna è ancora stupendo e senza tempo...e l'amore c'è ancora!

Proprio come il titolo di un libro scritto da una mia cara amica.

Fiorella Avalle Nemolis

(Foto credits Tino Gerbaldo)

VIDEO