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Bra dà l'addio al maestro della fotografia di strada Julio Cesar Berisso

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - E' mancato Julio Cesar Berisso, classe 1951, italo-argentino, fotografo di professione e grande appassionato di street photography. Diplomato regista cinematografico a Buenos Aires, aveva quel tocco in più, che dello scatto faceva un racconto.

Lo incrociavo spesso in Bra, Julio Cesar, con la macchina fotografica, compagna fedele, ben stretta in mano, e lo sguardo sempre vigile per non farsi sfuggire quell'attimo, quella luce, quel movimento che avrebbero reso lo scatto un'opera d'arte. Si muoveva cauto, silenzioso, timoroso di perdere la magia del momento.

Come professionista, Berisso aveva collaborato con enti pubblici e privati; le sue opere sono state esposte anche in Argentina, Germania, Olanda, Israele, Grecia, Slovenia, Ungheria, Spagna, Serbia, Austria. Ha ricevuto molti riconoscimenti e qualificazioni in concorsi internazionali anche con scatti di caratteristici scorci di Bra.

L'ho conosciuto l'anno scorso, durante la sua mostra "Racconti di strada" al piano nobile di palazzo Mathis di Bra. Era un afoso pomeriggio di luglio, la luce dorata che filtrava dalle finestre, ben accompagnava le opere esposte...

Mi imbatto subito nella ormai celebre foto dal titolo "Resisto", che mostra scarna sedia in legno, proprio in cima al molo, devastata da un'ondata gigantesca. Mi avvicino e quasi sento gli schizzi dell'acqua salmastra sulla pelle, una gradita sensazione di refrigerio.

Julio, chi è che resiste? Raccontami l'incontro con la sedia.

"E' una simbologia di resistenza. Una vecchia sedia che malgrado la furia dell'onda è ancora in piedi. E' successo quando una tranquilla domenica d'autunno, passeggiando con mia moglie sulla spiaggia di Spotorno, ho visto quella sedia, lì tutta sola in cima al molo. Mi è piaciuto cogliere l'istante in cui le onde irrompevano. Però, anziché la sedia, sono stato io ad essere devastato dall'acqua, perchè l'onda, infrangendosi, mi ha sorpreso alle spalle. Così ho finito una domenica d'autunno, passeggiando per Spotorno, bagnato fradicio fino alla cintola, con la gente che mi guardava un po' incuriosita".

Gli artisti - commento - questo ed altro, possono permettersi!

Subito c'è sintonia tra noi, ci vedevamo spesso in Bra, e ci osservavamo a vicenda, ed ora mi immergo nel suo mondo, quello della street photography.

Julio, raccontami di questa disciplina...

"E' fondamentale conoscere già la composizione della foto, coordinare e cogliere in un secondo ciò che dà un senso, che racconta, che emoziona. Diceva il maestro della street photography Henry Cartier Bresson che è necessario un buon occhio, una buona tecnica e il dito veloce: la sfida è farla in un secondo. Mentre un paesaggio può avere anche tempi lunghi per uno scatto, la street photography richiede colpo d'occhio per fare collimare tutto ciò che lo renderà un racconto".

Infatti gli scatti di Julio hanno tanto da raccontare: luoghi, paesaggi, persone colte nella loro spontaneità, con simpatia, con ironia, con ammirazione, senza mai giudicare, senza moralismi.

Suggestivi gli scorci di Bra in tutte le stagioni, ormai celebre la foto “Tango a Bra”, esposta anche alla biennale di Venezia; e quella dei vigili del fuoco di Bra, straordinaria.

Un'ultima domanda, Julio. Qual'è tra queste la tua foto preferita?

Sorride felice: “La prossima!”. Ci sta già pensando.

Buon cammino tra la luce, Julio, quella che più ti piace.

Fiorella Avalle Nemolis

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