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Bra: Antonio, chef e pittore, ai tempi della pandemia dà una svolta alla sua arte

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Ho conosciuto Antonio Petti nelle sue vesti di capo chef della attrezzatissima mensa comunale che ha sede alle scuole Pellizzari di Bra (Cn).

Dal '94 vigila sul menu giornaliero per 1500- 1700 bambini, e sui pasti consegnati a domicilio per gli anziani soli. Perdi più, in tutte le più importanti manifestazioni locali sia culturali, che enogastronomiche, Antonio, silenzioso coordina e vigila sulla qualità del cibo.

Ma Antonio, non è solo questo. C'è di più.

Viso aperto, carnagione ambrata, lineamenti regolari, occhi chiarissimi, in cui si riflette la stessa luce abbagliante di Lucera, appunto, il suo paese natio.

Antonio cerca armonia in tutte le cose, nella lettura, nella corsa, ma finalmente ha trovato il mezzo per esprimersi a pieno: la pittura.

C'è stato un momento particolare di intensa ispirazione?”

“Durante i mesi di chiusura per il covid19, ho iniziato a dipingere i miei sogni, un periodo intenso che ha suscitato forti emozioni. E' stata una svolta nella vita e anche nella pittura. Quei sogni che, al mio risveglio, subito mi appuntavo su un blocco notes, mi hanno smosso sensazioni mai provate: ho dipinto sotto la spinta emotiva di quei momenti drammatici, posavo la mano e le forme tutte in bianco e nero, fluivano da sé, senza esitazioni, un divenire di suggestioni che dovevo fermare sulla tela.”

“Quando è cominciato il tuo percorso artistico?”

Nel 2010, nel modo serio che intendo io, iscrivendomi all'Accademia d'arte Novalia di Savigliano, ora trasferitasi ad Alba, per acquisire le tecniche, partendo dal disegno, fino ad arrivare alla pittura ad olio. Dopo anni intensi di preparazione, ora mi sento pronto per dedicarmi alla pittura: un altro pianeta dove non esistono tempo, spazio e affanni del quotidiano.

L'arte è cio che di più bello ci sia: è bellezza armonia, quella che cerco da sempre. E' un rifugio dal mondo così turbolento, tra drammi e sofferenza. Mi sento libero da vincoli commerciali, privo di smanie di successo.”

Antonio si esprime con dolce pacatezza, parla e con le mani accarezza le parole.

“Sì, ma il successo è alle porte, i tuoi ultimi dipinti hanno fatto scalpore, come quello che rappresenta il violoncello! Raccontami come sono andati i fatti!”

“La signora Vittoria Negro, affermata pittrice braidese e mia generosa estimatrice che da tempo mi sprona a dipingere, mi ha segnalato alla Società Promotrice di Belle Arti, così a settembre esporrò la mia opera Armonia nello spazio espositivo di via Crivelli, all'interno del parco del Valentino.”

“Che significa per te quest'opera?” “L'ho iniziata durante la quarantena, e l'ho sospesa inferevorato dall'ispirazione dei sogni notturni per realizzare opere in bianco e nero, per riprenderla poi, al momento della riapertura.

Forse per il ritorno alla vita, quindi, al colore.

E' un acrilico 50 x 70 : dal buio esce una mano che tocca le corde del violoncello. Sì, è la mia mano che accarezza le corde del mio cuore. Segna la mia svolta nella vita e nella pittura.”

“Hai un sogno ricorrente?” “Sì, sogno che non riesco a raggiungere l'Università, c'è un impedimento ogni volta, ed è angosciante. Rappresenta un un mio sogno infranto, non averla potuta frequentare.”

“Cosa ti è mancato durante la chiusura?” “Intanto, ho continuato lavorare c'erano obblighi da assolvere comunque. Senza dubbio le mie scappate a Torino, città d'arte che amo moltissimo, con le visite alla gallerie: la Gam, la fondazione Accorsi di via Po, Fogliato in via Mazzini, un nutrimento per me il contatto con l'armonia e la bellezza, che troviamo anche contemplando la natura.”

“Con chi ti confronti in famiglia?” “Con Agata, mia moglie, che prima di me dipingeva, ora scrive romanzi e poesie.”

“Un desiderio da realizzare?” “Fare una mostra nella mia Lucera, città d'arte e di cultura. L'ho lasciata a 14 anni per trasferirmi con la mia famiglia a Torino.”

Appena un velo di malinconia e continua: “Ma a Bra, mi trovo benissimo, ho trovato la mia dimensione, anzi, con la pittura il mio pianeta, senza spazio e tempo, dove dimentico gli affanni della vita.”

Fiorella Avalle Nemolis

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