BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Fa freddo, il termometro segna meno 5, quando sbuca il sole, scuote la criniera gialla arruffata e mi sussurra: “Che aspetti? Coraggio, esci dal guscio io sono qui per scaldarti!”
Ma sì, imbacuccata come per un viaggio al Polo Nord, in pieno stile eschimese, esco, mi incammino e salgo ai giardini della Rocca di Bra (Cn).
Il sole fa giochetti, filtra birichino qua e là tra i rami di piante secolari.
Il parco, salotto all'aperto, offre l'incanto mutevole del susseguirsi di stagioni.
Procedo cauta su foglie fradice e scivolose, che sfumate di gialli e marroni, spiccano tra la neve ai bordi, non più candida.
Finché mi imbatto in una tenera coppia di lupi che come fossero imprigionati, si liberano uscendo con impeto dal tronco di una pianta tagliata, alla ricerca del proprio territorio.
E' una scultura struggente quanto verosimile opera dell'artista Ciarma Fabrizio della frazione Sant'Antonio Aradolo, di Borgo San Dalmazzo, (Cn), detto Barba Brisiu “zio Fabrizio” in dialetto.
L'unicità della sua arte consiste nel realizzare opere scolpendo con la motosega.
“Quando il Comune di Bra - spiega Barba Brisiu - mi ha proposto di realizzare un'opera su una pianta da abbattere, si decise di tagliarla apposta a due metri e mezzo di altezza.
La scelta del soggetto è caduta sulla fauna locale: il lupo. Così, ho immaginato la storia di una coppia di lupi che aveva trovato il terreno giusto per viverci.
Per iniziare un'opera mi ispiro sempre ad una storia di mia invenzione: è un dialogo giocoso tra me e la pianta, io scolpisco storie.
Ho eseguito l'opera sul posto nell'arco di una giornata, agevolato dall'assistenza degli addetti del Comune, prima che iniziasse a piovere.
Ho un bel ricordo di Bra, dove attraverso il Confartigianato, durante la mostra dell'Artigianato artistico ho realizzato sculture dal vivo sul piazzale del Movicentro.
“Come si definisce il suo mestiere?”
“La definizione esatta in inglese è “sculptor Carving Chainsaw” perchè in Italia non esiste ancora questo mestiere.
Scolpisco principalmente con la motosega su tronchi di piante o altrimenti su piante ancora radicate ma destinate al taglio.
Non fa parte della scultura tradizionale con scalpelli e sgorbie, tipiche della Val Gardena e della val d'Aosta.
“Cosa occorre al “carver”?”
“La motosega, obbligatoriamente a norma, qualche fresa e scalpello per le rifiniture, e una serie infinita di certificazioni per la sicurezza, per le assicurazioni, oltre a corsi di aggiornamento da seguire all'estero.
Nel mio caso procedo con il taglio d'impeto, con le radici in terra non serve un disegno di preparazione, l'abilità sta nello sfruttare le curvature che la pianta stessa mi offre, per trarne un soggetto.”
“Cosa l'entusiasma del suo mestiere?” “Sgrossando l'opera molto velocemente, mi entusiasma la libertà di esprimermi, realizzando d'impeto ciò che ho in testa e nel cuore.”
Così, camminando nel parco della Rocca, incontro anche un orso scolpito grandezza naturale, un grazioso rifugio con gufetti, e la tenera coppia di lupi, tutte opere di Barba Brisiu, che mi conducono nel fantastico mondo del bosco, tra la fauna che ci vive nascosta, sorvegliata ed accudita da gnomi e folletti invisibili ai miei occhi. Non si fanno vedere ma io sento la loro presenza.
Fiorella Avalle Nemolis