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BOVES/ Tra storia e ricordi la città nel libro di Romano Baudino, giornalaio in Piazza Italia

CUNEO

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ADRIANO TOSELLI - Un po’ sofferente per fastidioso mal di schiena, ma gentile e sorridente come non mai, volitivo come sempre, Romano Baudino, per decenni giornalaio in Piazza Italia, classe 1936, ha presentato suo volumetto di ricordi, pubblicato da «Primalpe» («Romano: le memorie di un giornalaio»), venerdì 6 luglio, in tardo pomeriggio, nella «Antica Osteria» di Madonna dei Boschi, prima di «merenda sinoira».

Come prevedibile è stato grande momento di festa della «bovesanità» con molta partecipazione, di personaggi significativi della Comunità ed allegro momento finale, a continuare a camminare sui sentieri dei ricordi, traendo spunto dalle varie pagini ed immagini.

L’opera è disponibile (molto venduta) nelle edicole cittadine ad un prezzo di copertina di 12 euro per quarantina di pagine di testo (che si legge «di un fiato») ed altrettante di appendice fotografica, tante immagini. Baudino a tutti i presenti che han preso il libro nella serata (scontato di un euro) non ha fatto mancare dedica personalizzata.

Ha introdotto il curatore Gianni Martini, che ha sottolineato le caratteristiche del negozio di «Romano», di essere punto di riferimento cittadino della «sinistra», con pubblicazioni «di area» (Unità, Manifesto, Lotta Continua) che per anni era impossibile trovare in quella dell’altra piazza, dell’Olmo, quella della chiesa, più legata al mondo cattolico, che faceva riferimento a Demetrio Cavallera ed alla figlia Emma.

Messe con discrezione, in scaffali non troppo in vista, «da Romano» era possibile trovare persin riviste erotiche, le prime vendute a Boves.

Baudino racconta nel suo stile sincero, schietto, sintetico, e tratteggia figure di Boves come il commediografo Nino Berrini, conosciuto quando era già anziano, con il carattere reso ancora più difficile e spigoloso, difetti accentuati, quali certa tendenza alla parsimonia ed alla diffidenza...

Molto spazio ed affetto son concessi ad una delle persone cui l’autore fu più legato, il professor Lino Manduca, visto nel suo aspetto anche più umano, privato, sentimentale, nella sua adesione netta al comunismo ma sempre temprata da ironia, autoironia, tolleranza...

Tratteggiata con efficacia è la maestra Edda Arniani Giuliano, di origini romagnole, anche sottolineando il grosso ascendente che riuscì ad avere su molti residenti, non solo di sinistra (lo sparagnino Nino Berrini arrivata a prestarle la sua «Balilla» per le campagne elettorali).

Ricordi sono arrivati da Italo Giubergia, dal fraterno amico di infanzia bovesana, dottore dentista torinese, Giulio Preti (autore della presentazione al volume), dal geometra Dante Pellegrino, da Beppe Sajeva (che grazie a Romano trovò, ai tempi in cui era ispettore de «La Stampa», l’appartamento in cui ancora vive), da Diego Berra...

ATos

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