SALUZZO
"Sono trascorsi 75 anni dall'agosto 1944, ma in una parte della popolazione di Bagnasco e della Valle Tanaro, in provincia di Cuneo, i ricordi del periodo della guerra di Liberazione (Resistenza) contro il nazifascismo è ancora molto viva. In tante famiglie che hanno avuto la fortuna dei testimoni diretti, fratelli, genitori, il ricordo di periodi di fame, di sofferenze e dolori è ancora presente e doloroso, in altre si cerca la conoscenza di vicende ascoltate e a volte solo sussurrate.
Per coloro che in prima persona hanno fatto la scelta di schierarsi con i "ribelli" queste sono pagine che hanno inciso sulla loro vita futura; e tanti partigiani in seguito aderiranno e costruiranno la vita democratica del nostro Paese. Gli obiettivi sono la libertà, la democrazia e la pace, dopo anni di dittatura, guerre, fame e stenti. Nella Valle Tanaro, dopo l'8 settembre 1943, arrivano i soldati tedeschi fuggiti dalla Francia, iniziano rastrellamenti, carcerazioni, perlustrazioni, deportazioni minacce e fucilazioni. La popolazione ha paura.
C'è la guerra, molti giovani hanno già partecipato a vari conflitti e tanti non sono ritornati. A Bagnasco, in regione Strette, in una zona boschiva a circa 1000 metri di altitudine, ci sono alcune famiglie che vivono in case sparse e hanno difficoltà a sbarcare e a sfamare i ragazzi e i bambini. Sono contadini, lavorano la campagna, hanno qualche animale, ma le famiglie sono numerose e vivono in condizioni disagiate. La famiglia Canavese ha già sei figli, arriva il settimo, il piccolo ancora in fasce muore, la mamma Giuseppina si ritrova a dover scegliere di fare la balia per avere un contributo dallo Stato, si presenta a Cuneo, all'Ipi, adotta come "figlio di latte" Vittorio. Da pochi mesi ai 6 anni Vittorio D. vivrà con i fratelli più grandi, Carlin, Eusebio, Achille, Estore e le due sorelle Adelaide e Clotilde.
A Bagnasco si è ricordata una pagina triste, con l'aiuto di testimoni viventi; c'è la signora Maria, era ragazzina nel 1944, è diventata per il paese la memoria storica, ha raccolto con precisione un diario delle vicende e delle tragedie della guerra riferite alla valle in cui vive. Vittorio Dentis ha sottolineato la vita in quella borgata, e i ricordi terribili della fame: "Mancava il pane, ma non solo per me, per i miei fratelli". Ma i suoi trascorsi nella famiglia Canavese sono di amore e di riconoscenza. Ricorda Adelaide e il piccolo Marco, che erano compagni di giochi e d'infanzia.
I nazisti trucidarono con barbara ferocia sei vittime innocenti, cercavano i partigiani. Era il 22 agosto 1944, li chiusero nella cucina, li arsero vivi: Adelaide, 9 anni; Clotilde, 23 anni; Giovanni, 56anni; Marco, 2 anni; Marisa, 3 mesi e un uomo che era in cerca del figlio andato in montagna a combattere, Michele Corte, 49 anni.
Alla presenza del sindaco Beppe Carazzone, degli amministratori locali e dei rappresentanti Anpi e dell'Istituto Storico di Cuneo, erano altresì presenti dalla Francia gli ultimi discendenti della famiglia Canavese (emigrati per motivi di lavoro): Alain, il figlio e altri parenti, a testimoniare che i legami di sangue non possono essere mai recisi, anche a distanza di tanti anni.
Si è inaugurata la lapide che è testimonianza di una pagina tragica della storia del nostro '900, perché queste tragedie siano monito per la pace duratura. Bagnasco ha risposto con una presenza importante, tanti cittadini, parenti, amici, giunti a piedi o con altri mezzi, hanno voluto rendere omaggio e conoscere un luogo di dolore e di sacralità. Si è iniziato un percorso e un sentiero per i tanti che non vogliono dimenticare la storia".
Ughetta Biancotto, presidente Anpi provincia di Cuneo