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Avis Ceva: "I donatori di sangue non mancano, ma bisogna garantire il ricambio generazionale"

MONDOVì

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SERGIO RIZZO - Si è svolta presso la sala del cinema Borsi a Ceva (Cuneo) l’annuale assemblea dei soci-donatori dell’Avis Ceva. Il presidente dell’Avis Ceva, Mario Barra, prendendo la parola e rivolgendosi alla numerosa platea dei soci donatori e a tutti i presenti, ha portato il saluto e il sincero ringraziamento per essere intervenuti ai lavori dell’Assemblea generale Avis. "Prima di procedere ai nostri lavori assembleari – ha spiegato il presidente Barra – rivolgo un saluto e un ringraziamento alle autorità civili e militari per la loro presenza, a testimonianza dell’attenzione e considerazione che riservano verso il mondo associativo e del volontariato, in particolare a quello dei donatori Avis. Un abbraccio vada ai rappresentanti delle consorelle Avisine, al presidente dell’Avis di Garessio, Ormea e Monesiglio. Voglio altresì esprimere il mio cordoglio e il dolore di tutto il mondo Avisino per la prematura scomparsa del nostro presidente regionale e provinciale Giorgio Groppo, deceduto nella giornata di mercoledì 19 febbraio. Il suo impegno, la sua dedizione e la sua competenza sono ben note. Ha lasciato un vuoto che non sarà facile colmare. Infine, un cordiale saluto alle autorità religiose nelle persone del nostro canonico arciprete don Franco Bernelli e del nostro reverendissimo cappellano don Aldo Galleano".

"Entrando nel vivo dei lavori e scorrendo i dati relativi all’ anno 2019 - ha proseguito il presidente - rileviamo che il numero dei donatori della nostra sezione si mantiene sostanzialmente stabile, anzi si incrementa lievemente passando da 353 a 357 donatori attivi, con l’ingresso di ben 19 nuovi giovani donatori che sono riusciti a compensare le defezioni registrate per ragioni di età, salute e trasferimento. Le donazioni complessivamente effettuate sono state 664 (di cui 531 di sangue intero e 133 di plasmaferesi), rispetto alle 703 donazioni del 2018. I donatori di sangue al momento non mancano, ma è indubbio che nel Cebano la popolazione, come anche i donatori attivi, invecchia. Questo richiede la necessità di un continuo ricambio generazionale nonché di un maggiore coinvolgimento delle fasce di età più giovani, pena un calo per i prossimi anni dei donatori totali. In merito, la nostra Sezione si prodiga in diversi campi e ambiti per sensibilizzare e ricercare nuovi donatori. In tal senso deve leggersi e intendersi la partecipazione alle varie manifestazioni promesse in zona e più che altro l’attenzione da sempre riservata al mondo giovanile con iniziative che coinvolgono le scuole con le quali si organizzano incontri e “Borse di studio” e con le altre associazioni locali, in particolar modo quelle legate del mondo sportivo".

"Un dato che voglio richiamare alla vostra attenzione - ha continuato Barra - è quello che anche quest’anno la nostra sezione, o meglio, voi donatori, dimostrando particolare sensibilità e senso di responsabilità, nel periodo estivo siete riusciti ad assicurare un costante apporto di sangue, rispondendo agli appelli del direttivo e del centro trasfusionale di Mondovì. A riguardo, colgo l’occasione per esprimere la mia riconoscenza al personale medico, infermieristico e di laboratorio del Centro Trasfusionale di Mondovì. Un ringraziamento sincero vada alle nostre sempre efficienti infermiere: Daniele, Maria Chiara, a Beppe, Primo e Giorgio che, con professionalità, gentilezza e disponibilità assistono i donatori durante i prelievi presso la nostra sede. Infine un grazie a tutti i membri del direttivo che mi supportano e sopportano condividendo con me la direzione e la guida della nostra sezione. Le molte attività messe in campo nel corso del 2019 senza di loro non sarebbero riuscite. Al riguardo voglio citare la partecipazione alle feste sociali organizzate dalle varie sezioni Avis della provincia: l’incontro formativo con gli alunni del Cfp insieme agli amici della sezione Aido di Ceva, che saluto e ringrazio. L’incontro formativo con gli alunni dell’Istituto Baruffi di Ceva, sempre con la sezione Aido – Ceva. La gita sociale in Toscana e Umbria. La polentata presso la casalpina di Castelmagno. La partecipazione alla manifestazione “Ceva ca bugia”. L’allestimento dello stand Avis durante la Mostra del Fungo. La partecipazione alla camminata settembrina organizzata dall’Oratorio Giosuè Borsi che da anni ci vede come il gruppo più numeroso. La partecipazione all’iniziativa “Aspettiamo Natale in Piazza”. L’intensa collaborazione con la Sezione Cai di Ceva. Colgo l’occasione per ringraziare e salutare il presidente Beppe Bonoso unitamente a tutto il suo direttivo. L’organizzazione del conviviale pranzo sociale di fine anno che ha visto la partecipazione di un folto numero di donatori ed amici".

Voglio ricordare – ha concluso il presidente Barra – che ci apprestiamo a vivere un anno particolare; nel 2020 infatti cade il 65° anno di fondazione della nostra sezione. Un traguardo così significativo costituisce la miglior testimonianza del nostro e del vostro impegno volto a diffondere la cultura della donazione. Un segno tangibile di solidarietà e di altruismo, che nobilita la storia dei donatori e ne valorizza i modelli di organizzazione e di sviluppo. Il generoso apporto di tante donne e uomini che donano il proprio sangue, garantisce le risorse necessarie per sostenere le quotidiane battaglie contro la malattia e conferma il vitale ruolo del volontariato in favore della crescita sociale e civile del nostro Paese. Per citare le parole del nostro presidente Mattarella: «Commette un errore chi pensa che l’impegno volontario e i valori che esso trasmette appartengano ai tempi residuali della vita e che non incidano sulle strutture portanti del nostro modello sociale. Al contrario, la dimensione della gratuità, unita alla responsabilità civica e a un forte desiderio di condivisione, produce riflessi e crea interrelazioni con ogni altro ambito della vita sociale. I volontari sono diventati, in questi decenni, veri e propri corpi intermedi della Repubblica, pronti all'intervento di urgenza, impegnati nelle ricostruzioni, nel rammendo delle lacerazioni patite dalle popolazioni, delle ferite presenti nel tessuto sociale, e alle quali non sempre le istituzioni riescono a porre rimedio".

Sergio Rizzo

(Nella foto: il tavolo dei relatori della serata)

 

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