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At-Cn, "cambiamento" significa rendere gratuita la Cuneo-Alba e difendere il paesaggio

CUNEO

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GUIDO CHIESA - Frastornata dal profluvio di dichiarazioni, interrogazioni, polemiche, promesse, succedutisi sul tema dell’Asti-Cuneo, l’opinione pubblica cuneese ha finito per non aver ben chiara l’idea di cosa, alla fine della fiera, potrà aver ottenuto. (Leggi QUI l'articolo precedente)

La previsione più ragionevole porta a dire che, se tutto dovesse procedere così come è stato avviato, tra un numero imprecisato di anni - su quanti nessuno può azzardare un pronostico - i cuneesi si ritroveranno con:

a) una autostrada dal percorso cervellotico, largamente sotto utilizzata e, di conseguenza, con tariffe mediamente più alte;

b) la tangenziale di Alba probabilmente a mezzo servizio tra traffico locale e utenti dell’autostrada, con le complicazioni del caso;

c) una striscia di cemento per il tratto all’aperto ai piedi della collina di Verduno;

d) la certezza di aver elargito a spese dei cittadini l’ennesimo regalo ai concessionari delle autostrade (che di regalo si tratti, più o meno grande, è fuor di discussione. I calcoli dell’indennizzo non possono che basarsi su conteggi necessariamente approssimati eseguiti a partire da ipotesi – è nella natura delle cose - favorevoli al Concessionario, che altrimenti non accetterebbe la transazione).

In un paese "normale" questa soluzione susciterebbe forti perplessità. Tutte le persone di buon senso si domanderebbero se non esiste un’altra soluzione in grado di modificare una situazione che non soddisfa. Ad esempio:

1) prendere atto che le previsioni di traffico sono state clamorosamente sbagliate e che una autostrada non è l’opera più adatta per soddisfare le esigenze del territorio. Di conseguenza, assumere la drastica decisione di ridurre il tratto autostradale dal casello di Alba est sino ad Asti - completando nel più breve spazio di tempo le opere che mancano - e di declassare il tratto Cuneo-Alba est a strada extraurbana principale (classe B). Nella convinzione che, eliminato il pedaggio, la nuova via di comunicazione attirerebbe, ben più dell’autostrada, il traffico che oggi grava sulla viabilità ordinaria, sempre sull’orlo della crisi. Soluzione poi che consentirebbe l’utilizzo della tangenziale di Alba senza complicazione alcuna anche per raggiungere l’ospedale di Verduno;

2) spostare il casello da Cuneo a Carrù, ripristinare il casello di Marene della Torino-Savona e mettere fuori servizio il casello di Cherasco, immediatamente liberalizzando la circolazione nei due tratti di strada già realizzati;

3) cambiare la ragione sociale della esistente società Autostrada Asti-Cuneo in Autostrada Alba-Asti e cessione al miglior offerente delle quote della società in capo all’ANAS (35%), ponendo così fine all’esistente commistione di interessi tra Concedente Anas e Concessionario. In altre parole restituire a ciascuno il proprio ruolo: il concessionario che completa e gestisce l’autostrada, l’ANAS che controlla i lavori e il Ministero che controlla la gestione (possibilmente, manutenzione inclusa);

4) avviare a rapida conclusione i lavori del lotto mancante. La decisione di declassare il tratto da completare da autostrada a strada extraurbana consentirebbe di realizzare, lungo quel tratto, importanti risparmi, tali consentire di mantenere il suo tracciato in galleria, come previsto dal progetto originario. Evitando così tutte le procedure di esproprio, di analisi geognostiche dei terreni, di Valutazione di Impatto ambientale - con le relative perdite di tempo e il devastante impatto sul paesaggio - che la soluzione alternativa all’aperto richiede;

(Il declassamento da autostrada a superstrada comporterebbe infatti l’eliminazione della terza corsia di emergenza e la sua sostituzione con una banchina di 1,75 m, con una interessante riduzione del consumo di suolo lungo tutto il tratto mancante. Il diametro delle gallerie potrebbe essere ridotto di un paio di metri e il volume di scavo di oltre il 30%. Con i conseguenti risparmi sulle opere di sostegno e di rivestimento. Sarebbe eliminato il casello di Alba ovest che, oltre alla riduzione dei costi, comporterebbe una ulteriore riduzione di consumo di suolo. Si eviterebbe lo sfregio di una pesante striscia di opere in cemento armato ai piedi della collina di Verduno in una area al limite di una zona ad alto valore turistico. La limitazione della velocità a 110 km/h porterebbe infine ad una diminuzione delle emissioni nocive in atmosfera).

5) indire una nuova gara d’appalto delle opere di completamento del Lotto, che andrebbe ovviamente assegnata a prezzi di mercato. Questo semplice fatto consentirebbe un notevole risparmio rispetto al costo delle opere calcolato in base ai prezzi del contratto esistente, vecchio di 12 anni, probabilmente aggiornati in base ad una rivalutazione prezzi che notoriamente aggrava i costi a tutto vantaggio delle imprese. L’Anas dovrebbe procedere ad aggiornare rapidamente il progetto e ad emettere la nuova gara recuperando, probabilmente, molto del tempo che andrebbe perso nelle procedure necessarie per ottenere le autorizzazioni a spostare il percorso all’aperto.

6) Sulla questione del reperimento dei fondi per la realizzazione delle opere mancanti assumere la decisione di reperire i capitali necessari nelle pieghe del prossimo Documento di Economia e Finanza (DEF) ripartendo la spesa nei tre anni 2021-2023. In tal modo si darebbe un taglio definitivo alle discussioni su quale delle due proposte, la Delrio del PD o la Toninelli del Movimento 5 stelle, fa il maggior regalo ai concessionari delle autostrade. Né necessiterebbe dell’autorizzazione dell’Europa perché la procedura rientrerebbe nel normale iter delle gare per la realizzazione di opere di pubblica utilità. Il tutto in linea con le richieste dell’Europa di incrementare le spesa per investimenti nel bilancio dello Stato e con il recente indirizzo del governo di ridare all’ANAS il ruolo di protagonista nella gestione della rete viaria del nostro paese.

Qualcuno potrebbe obiettare che in questo modo i cittadini della provincia di Cuneo avrebbero in regalo una viabilità senza pedaggi. Ebbene, a costoro andrebbe risposto che la provincia di Cuneo merita quel regalo perché ha troppo a lungo pazientato a causa di un progetto sbagliato. Inoltre, che il suo contributo all’economia del paese è di gran lunga superiore a quanto riceve e che è meglio fare un regalo ai cuneesi piuttosto che ai Concessionari di autostrade a spese degli utenti. Infine, che l’investimento sulla viabilità di una zona estremamente produttiva ripagherà lo sforzo fatto dalla collettività in un breve spazio di tempo. Una spesa finalizzata ad un investimento ad alta intensità di lavoro invece delle tante spese fatte male, cui sono stati purtroppo abituati i cittadini di questo paese.

Ma forse è un sogno troppo ardito sperare che le persone con responsabilità di governo provino a cambiare un corso degli eventi che lasciano intravvedere solo un lontano finale dall’amaro gusto in bocca.

Si chiamerebbe "cambiamento". 

Guido Chiesa

(3 - Fine)

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