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Asti-Cuneo, l'Osservatorio: "La triste conclusione della vicenda, che cosa ci ha insegnato?"

ALBA

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GUIDO CHIESA - La lezione che dobbiamo imparare dall'annosa vicenda dell'Asti-Cuneo è che alla larga maggioranza del popolo italiano del paesaggio e dell'ambiente frega poco o nulla. E che, di conseguenza, elegge amministratori ai quali il paesaggio e l'ambiente interessa poco o nulla. 

Dopo aver dovuto rinunciare al tunnel tra Verduno e Cherasco, le proposte che il movimento ambientalista ha avanzato in questi anni erano concrete e fattibili: la gratuità dell'autostrada tra Cherasco e Castagnito, due gallerie artificiali di un paio di centinaia di metri sul tratto prospicente il castello di Pollenzo, la pista ciclabile da Verduno e Pollenzo con il recupero del ponte storico sul Tanaro. 

Proposte che potevano compensare almeno in parte il prezzo pagato dalla collettività per il danno al paesaggio causato da una striscia di asfalto di 25 metri di larghezza e 5 km di lunghezza e per l'accorpamento della tangenziale di Alba nell'autostrada. 

Qualsiasi amministrazione locale avrebbe potuto sostenerle senza difficoltà: anzi, ricavandone un vantaggio e sostegno dai loro amministrati.

Le avrebbe potute accettare anche un gruppo imprenditoriale in grado di guardare appena un po' più in là dei numeri riportati sui suoi bilanci aziendali. 

Ma questo è il motivo per cui rimane sempre valido il giudizio storicamente accertato che questo paese manca di una classe dirigente degna di questo nome. Non è un caso che l'Italia sia un paese in chiarissima decadenza.

Guido Chiesa

Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero onlus

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