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CUNEO/ Riflessioni sull'ambiente e sul futuro nell'incontro tra arte e architettura

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CUNEO CRONACA - È stata inaugurata la nuova edizione del progetto "Living Room", evento organizzato dall’Associazione Art.ur di Cuneo alla sua quinta edizione. Eva Frapiccini, Bepi Ghiotti, Giovanni Termini e Flaminia Veronesi, sono i quattro artisti che hanno presentato al pubblico entusiasta, partecipante alle visite guidate, gli interventi realizzati presso e in collaborazione con altrettanti studi di architettura cuneesi.

Living Room 2021, a cura di Andrea Lerda, ha invitato gli artisti a riflettere su temi di stretta attualità. Il concept individuato dal curatore - dal titolo The space of imagination – ha portato gli artisti a riflettere creativamente sulle parole spazio, corpo e immaginazione. Le opere realizzate, partendo da riferimenti al tempo presente, sono sguardi aperti verso il futuro. I lavori ideati hanno interpretato in maniera creativa e generativa le criticità contemporanee condivise tra artisti ed architetti in una sintonia creativa ed empatica.

Grazie alle crisi che stiamo vivendo, abbiamo l’opportunità di osservare con maggiore coscienza il nostro “essere nel mondo” e l’opportunità – mediante un potente esercizio di immaginazione – di progettare nuovi spazi fisici e mentali del coabitare. Nell’ambito di Living Room 2021, Bepi Ghiotti ha dialogato con l’architetto Luisella Dutto e realizzato il progetto Underfoot [I feel the weight of all the earth]. L’artista ha percorso a piedi, impugnando una bandiera bianca, il tragitto che dal centro della città conduce al punto dove convergono i fiumi Gesso e Stura. Le coordinate del luogo sono state successivamente riportate su una bandiera bianca, che ha nuovamente marciato verso Cuneo. L’azione, documentata, è presentata al pubblico assieme ad alcune immagini, oltre a una piccola installazione composta da un paio di scarponi nei quali trovano spazio dei ciottoli. Questa serie di lavori è in dialogo con un video all’interno del quale l’artista è ritratto nel tentativo di procedere in maniera incerta su una linea immaginaria posata sul letto arido di un fiume. Il progetto ruota attorno al camminamento. Bepi Ghiotti sembra suggerirci che non servono troppi esercizi di immaginazione per andare verso il futuro. Occorre “stare”, vivere e osservare da vicino, coesistere o, come direbbe la filosofa Rosi Braidotti “staying with the trouble”.

L’intervento ideato da Eva Frapiccini è nato dall’incontro tra l’artista e i membri dello Studio24, a seguito di uno scambio di suggestioni avvenute sia sul piano professionale – l’attenzione che gli architetti riservano ai temi della sostenibilità e all’uso di materiali naturali – che su quello umano, con la condivisione di ricordi e suggestioni di carattere personale. L’artista presenta un’installazione ambientale realizzata grazie all’utilizzo di materiali organici (rami, foglie, arbusti ecc..). L’opera, dal carattere immersivo e sensoriale, è una riflessione sullo spazio, sul corpo e sul tempo, che forza l’inerzia e l’ordine degli ambienti artificiali interni. Un dispositivo che riporta il bosco in un luogo chiuso, che attiva una serie di riflessioni quanto mai attuali su temi come la bio architettura, la sostenibilità dei materiali in ambito edilizio, nonché sulla possibilità di recuperare modi desueti di vivere e abitare. Un luogo ideale, esperienziale, che, citando il titolo dell’ultima Biennale Architettura di Venezia, sembra attivare una riflessione sul come dobbiamo e possiamo ripensare il nostro modo di coesiste, e dunque How will we live together?.

Suggestionato dal dialogo con l’architetto Dario Castellino e dalla visita a Paraloup, Giovanni Termini ha invece presentato il progetto video Cantalupo, parole in libertà, proposto all’interno di un appartamento in fase di ristrutturazione, esso stesso elemento fondante del concept dell’opera. L’artista ha creato un trabattello utilizzando due cavalletti metallici e una tavola da ponteggio, configurando un’impalcatura che diventa palcoscenico per un’azione performativa. Giovanni Termini ha immaginato questa presenza come un pulpito, una torretta dalla quale poter osservare il mondo, da cui comunicare il proprio messaggio al futuro, urlare le proprie necessità, esprimere i propri sogni e desideri. L’esperienza personale di una serie di persone è diventata la base per la realizzazione di una video installazione immersiva ed emozionale che si sviluppa negli spazi della casa-cantiere.

Infine, Flaminia Veronesi ha dialogato con Manuela Rosso e Michele Cassino - Studio 3Mark. L’artista ha ideato il progetto Mostra mobile - Mobile museo, un dispositivo ibrido – a metà tra una piccola wunderkammer contemporanea e una scatola magica – in grado di accogliere una serie di opere allestite in forma di mostra viaggiante. Un piccolo museo itinerante, aperto e interattivo, che consente alle persone di fruire l’arte in modo domestico in periodi di limitazioni. Per questa l’artista propone un progetto espositivo legato al concetto di “Babele”. Le opere racchiuse all’interno di questo museo speciale, ruotano attorno al tema della crisi ecologica e del rapporto tra mondo animale e civiltà, propo- nendo visioni fantastiche e mondi ideali.

 

L’iniziativa è organizzata e promossa dall’Associazione Art.ur con il Patrocinio della Città di Cuneo, con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione CRC, Fondazione CRT sponsor tecnico Hotel Cuneo.

(Foto di Francesco Doglio)

 

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