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Giornata della Psicologia e pandemia: "Ascoltiamo le segnalazioni sul disagio giovanile"

CUNEO

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CUNEO CRONACA - "La psiche al centro della vita" è stato il tema del convegno organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, nell’ambito delle iniziative previste in occasione della Giornata Nazionale della Psicologia, arrivata quest’anno alla VI edizione. L’emergenza Covid-19 è oggi, ancor più di ieri, anche un’emergenza psicologica che riguarda milioni di persone e che in modo particolare sta colpendo i più giovani. Il recente Report dell’UNICEF The State of the World’s Children mette in evidenza come nell’Europa Occidentale, il 16% dei maschi e il 17% delle femmine di età compresa tra 10 e 19 anni presenti un problema di salute mentale. A livello globale, in questa fascia d’età, i disturbi d'ansia e la depressione costituiscono circa il 40% dei disturbi mentali. Nell’Europa Occidentale e in Nord America, il suicidio la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali per adolescenti di età compresa tra 10 e 19 anni.

"Gli psicologi segnalano da anni l’aumento delle problematiche legate alla salute mentale, in tutte le fasi della vita”, spiega Giuseppe Maurizio Arduino, psicologo dell’Asl Cn1 e responsabile della struttura dipartimentale Psicologia e psicopatologia dello sviluppo. “Queste problematiche - aggiunge - sono state amplificate dalla pandemia, ma erano già presenti prima dell’emergenza Covid-19, sia per quanto riguarda l’adulto sia in età evolutiva, come si può vedere nei seguenti esempi: uno studio americano del 2019 indicava che il 18,5% degli adulti aveva presentato nel corso di quell’anno sintomi di depressione lievi, moderati o gravi; negli anni prevedenti l’emergenza covid-19, 1 bambino su 54 (tra gli 8 e gli 11 anni) negli Stati Uniti (in Italia, 1 su 77, tra 7 e 9 anni) presentava un disturbo dello spettro autistico. E si potrebbero portare molti altri esempi”.

“Le segnalazioni che arrivavano dagli operatori della salute mentale e, spesso, dalle associazioni dei pazienti e dei loro famigliari – continua il dottor Arduino - sono rimaste in buona parte inascoltate e, oggi, ancora più di ieri, le attenzioni e le risorse dedicate ad un’emergenza che dura da anni (e che continuerà anche dopo la fine dell’emergenza Covid-19), sono ampiamente insufficienti, spesso limitate a ambiti progettuali, che in quanto tali, hanno una portata limitata e non garantiscono una risposta sistematica e continuativa ai tanti bisogni psicologici della popolazione”. Il Report dell’UNICEF afferma in maniera molto esplicita che la salute mentale è troppo spesso un pensiero secondario per i decisori e i leader, aggiungendo “se mai è un pensiero”. Sottolinea, inoltre, che “i costi umani dell’ignorare la salute mentale possono essere devastanti per gli individui, le famiglie e le comunità. Tuttavia, anche i costi finanziari del non affrontare le condizioni di salute mentale – i costi dell'inazione – sono distruttivi.” 

Conclude Arduino: "Come psicologo, ma ancora più come cittadino, auspico di non dover ripetere, tra un anno, alla prossima Giornata Nazionale della Psicologia, l’ennesimo appello a chi ha la responsabilità della gestione della sanità, a tutti i livelli”.

 

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