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Antiquario truffato a Fossano da finti carabinieri: "Accademia criminale napoletana" si perfeziona

FOSSANO

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PIERCARLO BARALE - Durante le festività, sono assenti le comparsate televisive politiche, con i soliti personaggi impegnati a rafforzare la fede nei propri leader e pubblicizzare l'immancabile nuovo libro. Mancano anche espressioni di stampa di un certo impegno. L'occhio scorre su notizie locali, apparentemente non importanti. Talvolta, però, riservano sorprese.

Mi ha colpito la notizia della truffa patita da un collezionista di gioielli e di antiquariato, risalente al novembre scorso. Contattato telefonicamente da un napoletano che aveva conosciuto in una fiera, concordò un appuntamento a Fossano, in provincia di Cuneo, per la vendita di preziosi ai quali l'interlocutore si disse molto interessato. Portò con sè pezzi di argenteria e monili in oro, per un valore di circa 60 mila euro, nonchè 5 mila euro in contanti ed attese l'acquirente. La sorpresa arrivò nel momento in cui, all'incontro fissato, anzichè il napoletano che lo aveva concordato, si presentarono due falsi carabinieri.

Si fecero consegnare gioielli e denaro, dicendosi impegnati in attività di controlli per individuare oggetti di dubbia provenienza. Con raffinata e quasi insospettabile sicurezza, invitarono il "perquisito" a seguirli al Comando dei veri carabinieri presso il quale il truffato si rese conto di essere tale, con la sparizione dei gioielli e del denaro, ad opera dei carabinieri - falsi. Come il telefonista, erano tutti napoletani veraci. I carabinieri (veri) della compagnia di Fossano, coadiuvati dai colleghi di Napoli e Torre del Greco, hanno individuato il napoletano telefonista ed i carabinieri (falsi) ora agli arresti domiciliari.

Piena solidarietà per il truffato, nonchè felicitazioni per l'efficienza e la tempestività dei carabinieri veri. Ancora una volta l'Accademia criminale napoletana - sezione truffe - ha prodotto un capolavoro degno dei film di Totò, da antologia. Non conosco i precedenti "professionali" dei presunti autori, ora confinati in casa, certamente compiacenti per l'esito positivo dell'exploit compiuto nella Granda, che avrà loro fruttato una somma da consentire - familiari compresi - vacanze da signori.

Inoltre, nel loro ambiente avranno ottenuto vivissime felicitazioni dai "colleghi di lavoro", nonchè congratulazioni da parte degli insegnanti dell'Accademia - sezione truffe - per la perfetta esecuzione, senza minacce di sorta, ma con il solo uso dell'intelligenza, applicata per finalità truffaldine. Ritengo impensabile - vorrei tanto potermi ricredere - il recupero totale o parziale di quanto è stato l'oggetto ed il profitto dell'azione criminosa, che contiene più ipotesi delittuose.

Non conosco il "pedigree" degli autori, che certamente, per l'altissima capacità criminale dimostrata e l'ingente profitto conseguito, non saranno principianti. La legislazione è assai benevola, il reato continuato rappresenta uno sconto permanente per ogni singolo reato, i condoni e le riduzioni di pena impediscono di fatto che questi esperti truffatori finiscano in carcere. O che, se vi faranno capolino, vi restino per qualche tempo. Sarebbero così tutelati altri probabili - se non certi - truffati, per lo meno per un periodo. La pizza napoletana è stata dichiarata patrimonio dell'umanità.

Anche la truffa napoletana, nelle infinite espressioni, meriterebbe una menzione, se non come patrimonio dell'umanità, come manifestazione inimitabile di genialità in continuo e costante perfezionamento. Mentre la pizza Unesco rappresenta un traguardo di perfezione raggiunto e sempre godibile, la truffa napoletana è in costante evoluzione nelle sue manifestazioni e colpisce ovunque, preferibilmente fuori Napoli, dove la sensibilità verso i raggiri è molto sviluppata.

Piercarlo Barale

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