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Ancora tutti chiusi in casa in provincia di Cuneo ma con le emozioni di una vita senza frenesia

CUNEO

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GUSTAVO GUSTANDO - Che bella abitudine, per un cuneese, soffermarsi il mattino presto, uscendo di casa per andare al lavoro, a guardare le punte e le creste delle montagne. Osservare per qualche minuto i segni del mutare delle stagioni, la neve, il primo tenero verde, i colori dell'autunno, … fissando nella mente delle instantanee  di giorno in giorno, di anno in anno dei medesimi scorci, degli stessi luoghi, sovente conosciuti, percorsi, raggiunti fin dall'infanzia.

Che strano, oggi, osservare quei panorami, vederne il bello, desiderare più che mai di essere lassù nel silenzio, nella purezza, nell'isolamento dei monti ed invece essere quaggiù, nell'isolamento imposto dall'emergenza pandemica e sapendo di doverci restare un tempo indefinito.

Ora è necessario e giusto osservare le disposizioni, non commettere imprudenze, per sé e per gli altri. Allora diventano preziose quelle instantanee che ripeschiamo dai nostri ricordi, quelle immagini che abbiamo fissato nel tempo e che oggi, nella necessità di non uscire, di restare confinati nelle nostre abitazioni ci tengono collegati al mondo circostante, al nostro mondo.

Le nostre vallate, le nostre montagne, la nostra giovinezza, i sogni, le “imprese”, tutto ora può riaffiorare e confortarci. 

Il quotidiano può e deve essere vissuto cercando un po' di rilassatezza, per quanto possibile, per superare il bombardamento mediatico, ansiogeno, al quale siamo sottoposti ed al quale, più o meno volontariamente ci sottoponiamo alla ricerca di una schiarita.

Inondiamolo di immagini belle e buone, in attesa che dalla scienza arrivi la risposta che speriamo, sommergiamolo di bei ricordi e di suggestioni, di piccoli piaceri nostri, intimi, casalinghi e forse calerà la smania di uscire comunque, di correre, di rischiare oltre che la salute, le ricadute sanzionatorie derivanti da una stupida sottovalutazione dei rischi.

Passiamo la vita a lamentarci dello stress, dei ritmi frenetici ed ora che dobbiamo rallentare, mollare il tiro non va bene? … Siamo strani. Se esistesse la leggendaria e mai realizzata macchina imballatrice di badagu (sciocchi – dialettale) ora sarebbe il momento di usarla massivamente per le strade, nei parchi, ovunque si consumi l'inosservanza ai decreti emanati per l'emergenza in corso.

Al di là di queste considerazioni Gustavo Gustando, il ghiotto ricercatore di cose buone, si cala,  in questa inedita ed inaspettata pausa, pur se figlia di una situazione grave e preoccupante, si scervella cercando di trovare un qualche, anche piccolo segno positivo e ne identifica alcuni.

La possibilità di vivere i suoi affetti con dei tempi più comodi, senza troppi condizionamenti esterni, testando la tenuta dei rapporti per un lasso temporale dilatato, mai conosciuto fino ad ora, neanche in tempo di ferie estive, verificando la propria capacità di mantenere un comportamento consono alla situazione, senza la possibilità di fughe,di svanire dalla vita e dalla routine famigliare.

Gustavo si ritrova a sfruttare l'abbondanza di tempo a disposizione per comprendere, migliorare ed è certo che le nuove consapevolezze, la scoperta di risorse che non credeva di possedere avranno nuovi, buoni risvolti quando finalmente arriverà il dopo.

Avrà esplorato i suoi sentimenti, i suoi limiti, naturalmente i piatti della memoria, della golosità e vorrà rivivere ciò a cui ha rinunciato e lo farà con cautela, ma anche con slancio, saprà valutare meglio ciò che gli si parerà davanti e saprà cogliere cose buone che prima magari non sembravano importanti.

Prima però si deve superare questa fase, osservando scrupolosamente le indicazioni di sicurezza e non commettendo imprudenze.

Gustavo Gustando

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