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Anche in ginocchio il Monregalese ci colpisce con la sua bellezza

MONDOVì

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ROBERTO CROCI - La Roa Marenca (e le sue numerose varianti), tra Vicoforte e Ormea/Garessio, l’antica strada del Sale, è stata ferita anche lei dall’alluvione dei suoi due “torrenti” principali: Casotto e Corsaglia.

Pure i loro affluenti hanno creato parecchi problemi, distruggendo, in qualche caso, per sempre le antiche vie. Ma i tratti principali sono rimasti, come la strada del Monte Savino o Via del Re (la via romana Savinia)! Perché? Sapienza antica: i nostri bis bis bis nonni non costruivano mai i loro sentieri sul fondo delle vallate, ma in alto, sui crinali, a protezione delle piene e dei briganti.

E quei pochi passaggi da valle in valle, se proprio necessari, avvenivano su ponti costruiti solo nei tratti rettilinei dei torrenti. Così è, per esempio, per il vecchio ponte di Pamparato, il Ponte Murato di Valcasotto o i ponti antichi sul Corsaglia, che hanno resistito ancora.

L’asfalto invece se n’è andato, e non da ora! Un vero peccato perché la Roa Marenca per il turismo, il nuovo oro del XXII secolo, avrebbe potuto già transitarvi sopra, senza inutili megaprogetti di recupero dei sentieri.

Così partiranno nuovi recuperi di nastri d’asfalto. Un’occasione per farli bene, magari con in testa il pensiero di Roa Marenca, per creare attenzione turistica.

Non siamo ottimisti, ma cerchiamo di vedere il bicchiere di Dolcetto Monregalese mezzo pieno! Per il “mezzo vuoto” ci sono queste foto, che però fanno vedere comunque quanto è bello il nostro territorio. Dipende dal “punto di vista”!

Alè, che i puruma feira!

Roberto Croci

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