ALBA
TERESIO ASOLA - Il mio esame orale di Maturità, nel '79? Correzione della prova scritta di matematica, le solite sviste che alla fine di passaggi giusti ti trasformano un meno in più, due domande sulle funzioni, un accenno al pletorico tema; argomento a piacere, Ulisse e il monologo di Molly Bloom letto sotto un fico. Parlo e penso ai giorni del ripasso in solitaria fino a notte con sfondo di disco music sparata a palla nei pressi della caserma di fronte, mentre sognavo l’Inghilterra.
Cerco di farlo capire spiegando Byron e Blake. Dopo, domande su Pascoli e Pavese. Niente Ungaretti e neppure Fenoglio, pazienza. Tentenno solo quando il Presidente della Commissione, il professor Marini di Giurisprudenza, mi domanda che cosa avrei fatto dopo: «Ma, non saprei… Biologia, forse, o…» attimo di silenzio. «… O?» m’incoraggia.
Sento spalancarsi occhi e orecchie. «Lingue» sparo svelto e a voce impastata. La risposta, sorprendente anche per me, fino a quel momento era stata un’idea vaga; ero grato per la domanda, che mi aveva fatto uscire allo scoperto: ciò che solleva, alla fine, è la confessione. «Biologia o Lingue» detta il Presidente al professore verbalizzante. Mi pare di sentire un tono di disapprovazione, o addirittura di disgusto, quando dice «Lingue». Guardo il professor Malotto, membro interno; non pare preoccupato: mi guarda e sorride facendo ballare il baffo bianco.
Una mia compagna candidata al 60, seduta in fondo all’aula, mima un applauso. «La fa semplice, lei» penso «che come Seba da sempre sa che farà Medicina». Saluto, mi precipito fuori, salto sul motorino e volo ad Alba da Bianca.
Teresio Asola