TERESIO ASOLA - Si dice sempre che se vanno i migliori. In questo caso non è un'esagerazione. Quando ho visto i primi lanci della notizia della morte di Davide Giri, il mio cuore ha smesso di battere e mi è venuto da piangere, come se si fosse trattato di mio figlio. E avrei voluto avere a portata di abbraccio proprio mio figlio, amico di Davide, per lui un grande esempio da seguire.
Davide Giri, ricercatore per la prestigiosa Columbia University di New York, era stato un bravissimo compagno di università di mio figlio alla facoltà di Ingegneria Elettronica dell’Università Tongji di Shanghai, ammirato da tutti per il suo brillante percorso universitario, le sue eccezionali capacità e le caratteristiche umane fuori dal comune. Mio figlio ne parlava sempre con grande rispetto e amicizia. Giusto pochi giorni fa mi era capitato tra le mani un libro di cinese di mio figlio, vendutogli proprio da Davide, con il suo nome scritto sopra in stampatello, e avevo pensato a lui, e alla sua New York, e a quante volte mio figlio aveva parlato dello splendido futuro che attendeva Davide dopo il conseguimento del dottorato a New York.
Mai avrei potuto pensare che una tragedia del genere potesse accadere a un ragazzo così. Vorrei dare un abbraccio vero, sentito e partecipe, alla famiglia Giri. Nessuno si azzardi, ora, anche solo a pensare che sarebbe stato meglio se il loro figlio fosse rimasto in Italia, quasi a dire che se l’era andata a cercare, quando aveva scelto il proprio futuro fuori dalle comodità di casa nell'agiata Alba per andare prima a Shanghai, poi a Chicago e infine a New York, alla Columbia, dove si era distinto come uno dei più brillanti ricercatori. Davide era la punta di diamante di quella foltissima schiera di bravi ragazzi, studiosi e volonterosi, desiderosi di investire sulle proprie doti umane e di studio e sulla propria capacità di lavoro per contribuire a creare un mondo migliore.
Teresio Asola
(Foto tratta dal profilo Twitter di Davide Giri)